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Il periodo nero dei biocarburanti europei

Secondo gli ultimi dati europei il mercato dei biofuel sta vivendo un periodo di stagnazione attribuibile all’import straniero e all’incorporazione di criteri di sostenibilità nei mercati nazionali

(Rinnovabili.it) – La crisi con cui sta combattendo l’Europa fa sentire i suoi effetti anche sul mercato dei biocarburanti. Il consumo di biofuel nell’Unione Europea fa un passo indietro, e dopo le percentuali di crescita a due cifre registrate nel 2009 (+24,6%) e nel 2010 (+11%), il mercato conferma una certa stanchezza. In base ai dati forniti dell’ultimo rapporto di EurObserv’ER nel 2011, l’impiego di biocarburante è cresciuto del solo 3%, assestandosi sui 13,2-13,6 milioni di tep. La causa? Secondo il Renewable Energy Observatory i governi europei non considerano più una priorità il rapido aumento della quota di biofuel nel mix energetico, focalizzando piuttosto l’attenzione sull’implementazione di sistemi di sostenibilità per verificare che il biocarburante utilizzato soddisfi i requisiti della politica energetica rinnovabile della UE. Un esempio è offerto dalla Germania, il primo Stato in cui il sistema per verificare la conformità alla direttiva è entrato in vigore. Risultato: il consumo nel paese è sceso da 3,04 milioni di tep del 2010 a 2,95 milioni tep (2011).

Non è certamente andata meglio al settore produttivo che, complice la forte stagnazione dei consumi con cui fare i conti, ha registrato nel 2011 una contrazione non indifferente; la produzione di biodiesel è scesa dell’8% rispetto lo scorso anno, passando così dai 9,5 milioni di tonnellate a 8,8 milioni, mentre il bioetanolo è continuato crescere ma in maniera più contenuta (dal 20% del 2010 al 2,9% del 2011). A pesare sulla produzione, spiega EurObserv’ER, forte aumento delle importazioni, soprattutto da Brasile e Indonesia, che hanno aggravato il rallentamento provocato dalla stagnazione dei consumi.