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Il futuro che vogliamo ad H2Roma

Al via l’XI edizione dell’evento che dal 2002 a oggi mette in mostra i nuovi orizzonti dello sviluppo tecnologico raggiunto dal settore energetico e da quello della mobilità sostenibile

Un connubio tra ricerca, industria e istituzioni per conoscere e toccare con mano le nuove frontiere raggiunte dalle tecnologie della mobilità sostenibile. Inizia oggi l’XI edizione di H2Roma energy&mobility show, l’evento promosso dal Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile (CIRPS), l’Istituto Tecnologie Avanzate per l’Energia del Cnr e dall’ENEA, che ogni anno dal 2002 mette in mostra le soluzioni più innovative per ridurre l’impatto ambientale della circolazione. Da oggi fino a sabato (8-10 novembre 2012), infatti, esperti del settore e grande pubblico non solo saranno coinvolti nei vari convegni organizzati, ma avranno anche la possibilità di visitare l’area espositiva, toccando con mano i nuovi orizzonti dello sviluppo tecnologico raggiunto dal settore. L’obiettivo, così come spiegano gli organizzatori, è infatti quello di arrivare alla “costruzione di un mondo capace di generare benessere sociale e crescita economica secondo i principi della sostenibilità dello sviluppo, garantendo armonia tra l’uomo e l’ambiente e nel rispetto degli equilibri naturali del pianeta Terra”; per raggiungerlo occorre dunque agire sugli unici due settori capaci di garantire, con le dovute indicazioni, una duratura sostenibilità dello sviluppo economico e sociale: l’energia e la mobilità appunto.
Il programma delle iniziative è ricco e articolato. Dopo la conferenza stampa di ieri sera e il Green Gala con la consegna del Premio Ricerca Energia e Mobilità 2012, questa mattina le porte si aprono al grande pubblico che, oltre all’area espositiva e ai vari appuntamenti convegnistici, avrà anche la possibilità di effettuare prove dirette su strada, a bordo dei prototipi e dei modelli più innovativi presenti nel panorama mondiale. Quindici le automobili a tecnologia avanzata disponibili quest’anno per il test drive, che è possibile prenotare registrandosi direttamente sul sito dell’evento. Uno spazio molto importante, poi, sarà dedicato alle scuole che, grazie alle attività dei vari ricercatori, saranno accompagnate in percorsi formativi e didattici specifici, ma anche in confronti e incontri che illustreranno agli studenti i progetti più importanti condotti sul campo. Tutte le iniziative organizzate ruotano intorno al tema su cui quest’anno ha deciso di focalizzarsi l’evento, ovvero il futuro che vogliamo.

 

Ma qual è il futuro che vogliamo?

 

Lo abbiamo chiesto a Fabio Orecchini, il Presidente del Comitato Scientifico di H2Roma energy&mobility show nonché uno dei pionieri che, ormai 11 anni fa, hanno visto in queste tematiche una serie di fermenti e cambi di rotta che era necessario seguire, capire e gestire.

 

“È il futuro che “noi” vogliamo realizzare nel mondo dell’energia e in quello della mobilità. È un noi molto ampio che si apre alla società, ormai sempre più intenzionata a forme di energia non inquinanti e a una mobilità fluida, economica, ma senza emissioni. Non è un futuro ipotetico, ma costruito sulla base di tecnologie ormai disponibili e funzionanti. Fondamentale, in questo contesto, sarà l’integrazione tra le diverse reti: energia e mobilità si integreranno con la comunicazione per formare un “Network on network”, ovvero un sistema capace di far dialogare tra loro le reti dell’energia e della mobilità con quella delle comunicazioni. Ciò consentirà di utilizzare l’energia (o il mezzo di trasporto) giusta nel momento e nel posto giusto e avere al contempo informazioni tempestive affinché tutto questo possa accadere. Sul piano delle tecnologie auto, invece, abbiamo visto nel corso delle varie edizioni una crescente elettrificazione dei veicoli. Parliamo di automobili ibride, che adesso diventano anche plug-in, con un’autonomia di circa 10 chilometri in sola modalità elettrica, e auto elettriche. A ciò si aggiunge, poi, l’idrogeno che, da grande promessa degli inizi anni 2000 sulla quale in pochi hanno scommesso, oggi ritorna come valida alternativa e si pone come sfidante per l’elettrificazione; i prodotti presenti sul mercato raggiungono circa 600-700 chilometri di autonomia con un pieno, che si riesce a fare in 2-3 minuti”.

 

Quanto è forte la sensibilità e la consapevolezza dei cittadini su queste tematiche?


“La voglia di questo tipo di futuro è sempre più forte. Da quanto emerge dai sondaggi o dalle analisi di mercato, chi vuole l’auto elettrica è disposto ad accettarla a patto che l’energia necessaria provenga da fonti pulite. Ma l’altra condizione fondamentale è che i costi della vettura siano contenuti. E devo dire che oggi risposte economicamente ed ecologicamente interessanti esistono. Si tratta però di una crescita della consapevolezza che deve essere trasferita al mondo della politica e delle Istituzioni che, nonostante il momento di difficoltà, può invece ripartire da queste basi per ricostruire una macchina che abbia un futuro per il nostro Paese”.

 

Quali sono gli strumenti governativi che potrebbero dunque sostenere lo sviluppo di una mobilità sostenibile?


“Innanzi tutto è necessario prendere coscienza che un piano di sviluppo in senso lato nel nostro Paese non può che ripartire su tecnologie e scelte che abbiano veramente un futuro. Ormai è chiarissimo a tutti, anche a chi gioca in borsa, che le società destinate ad avere un futuro sono quelle che puntano su tecnologie sostenibili, oltre a essere sostenibili loro stesse. Il futuro è dunque nella sostenibilità delle scelte che facciamo ed è chiaro che se vogliamo assicurarcelo, questo debba essere sostenibile e non a termine, altrimenti non sarebbe tale. È per questo che la sostenibilità delle tecnologie nel settore della mobilità e in quello dell’energia deve essere sostenuta con un serio piano industriale e con adeguati sistemi di finanziamento. È quello che ci auguriamo”.

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