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Il DNA del miscanto studiato per produrre biofuel

(Rinnovabili.it) – Un team di scienziati anglo-americani ha sviluppato la prima mappa genetica ad alta risoluzione di una coltura energetica con un alto potenziale, il miscanto, che potrebbe essere facilmente impiegata per la produzione di biocarburanti e altri prodotti a base vegetale.

Presentato sulla rivista PLoS ONE, lo studio fornisce informazioni chiave che potrebbero ridurre gli sforzi dei ricercatori che stanno analizzando nuove metodologie allo scopo di rendere la produzione di bioenergia una realtà consolidata.

Gli scienziati dell’Istituto di scienze biologiche, ambientali e rurali (IBERS) della Aberystwyth University, nel Galles, e gli esperti del Ceres Inc. (Usa) hanno collaborato attivamente a questo progetto con compiti diversi ma collegati. La squadra gallese ha creato un elenco di piante geneticamente correlate, mentre il gruppo americano ne ha sequenziato e classificato l’acido desossiribonucleico (DNA). Dai dati ottenuti, hanno rivelato gli esperti, si potranno sviluppare nuove colture partendo proprio dalla mappa genetica compilata dai ricercatori. In questo modo sarà più semplice, veloce ed economico produrre e far crescere sementi ad alto potere energetico, diversi a seconda delle caratteristiche ambientali e climatiche delle regioni dove dovranno germogliare e svilupparsi, esclusivamente concepite per l’uso nell’industria dei biocarburanti e dei prodotti a base vegetale.

“Il programma di sviluppo congiunto Miscanthus, in collaborazione con Ceres, ha fornito una nuova visione dell’evoluzione delle specie, nonché specificato le somiglianze e le differenze tra specie di diversi paesi e ambienti” ha specificato il Dr Iain Donnison dell’IBERS. “Ci sono voluti decenni per produrre in altre colture questa raccolta ricca di informazioni, ma con la biologia moderna e la tecnologia genomica, il Ceres e l’IBERS hanno messo insieme quella che credo sia uno dei più completi marker mondiali basati su programmi di allevamento del Miscanto”. Una mappa genetica, ha commentato infine il professor Douglas Kell del BSBEC (Biotechnology and Biological Sciences Research Council Sustainable Bioenergy Centre) del Regno Unito, che apre la strada all’ottenimento facile di materia prima base per la produzione di biofuel e altri prodotti a basso impatto ambientale. Migliorando la capacità delle piante di assorbire la luce del sole o la quantità di anidride carbonica si può velocizzarne la crescita e aumentarne la biomassa.

 

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