Il progetto europeo Hypstair sta sviluppando un sistema di propulsione ibrida seriale per velivoli di aviazione leggera
(Rinnovabili.it) -Una nuova generazione di velivoli per l’aviazione leggera a propulsione ibrida in grado di unire i vantaggi delle basse emissioni inquinanti e del ridotto consumo di carburante con una notevole riduzioni dei costi di trasporto. In una sola parola: Hypstair. E’ questo infatti il nome con cui è stato battezzato il progetto europeo avviato da un consorzio di aziende e università. Dentro c’è anche un (bel) po’ d’Italia: l’Università di Pisa e l’azienda toscana MB Vision sono infatti i partner dell’iniziativa insieme a Siemens, all’Università di Maribor in Slovenia, e al costruttore di velivoli sloveno Pipistrel, capofila del progetto. Il progetto prevede la progettazione dei componenti del sistema di propulsione ibrido: generatore , motore, inverter, batterie e unità di controllo, nonché un’elica specifica per questo tipo di applicazione. Questi componenti saranno messi a punto e dimensionati considerando le prestazioni e l’efficienza energetica della combinazione fusoliera-propulsore.
Finanziato all’interno del 7° Programma Quadro, Hypstair si concluderà ufficialmente ad agosto di quest’anno ma già nelle scorse settimane sono stati effettuati test a terra del propulsore. Test che hanno decretato i primi successi del progetto: il motore da 200 kW messo a punto è il più potente sistema di propulsione elettrica ibrido mai sviluppato per l’aviazione fino a questo momento e fornisce una quantità di energia pari ai tradizionali motori di aerei. E’ stato progettato per fornire 200 kW al decollo e 150 kW in crociera e può funzionare in modalità esclusivamente elettrica, usando energia proveniente da batterie, in modalità solo generatore o in modalità ibrida che associa entrambe.
“Il propulsore da 200 kW sviluppato durante il progetto ha la stessa potenza di un tipico motore a pistoni per velivoli – ha spiegato il professore Aldo Frediani del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Ateneo pisano – ma in questo caso l’elica è azionata da un motore elettrico, che viene alimentato o da una batteria che può essere ricaricata in volo o da un generatore elettrico a combustibile”.
I ricercatori hanno anche progettato un’interfaccia uomo-macchina (HMI) al fine di permettere una più semplice interazione con il propulsore, garantendo una migliore usabilità. Grazie all’affidabilità delle motorizzazioni elettriche e all’utilizzo di un duplice sistema di alimentazione, verrà ulteriormente incrementato il fattore di sicurezza nelle attività di volo.