(Rinnovabili.it) – Conto alla rovescia per l’entrata in vigore del “DL Retrofit” del Ministero dei Trasporti, il regolamento che, a partire dal 26 gennaio, disciplinerà gli interventi di trasformazione dell’auto a benzina in auto elettrica. Il provvedimento, che è stato pubblicato proprio in questi giorni in Gazzetta, regola le procedure per l’approvazione nazionale (ai fini dell’omologazione) e quelle di installazione di sistemi di riqualificazione elettrica su veicoli delle categorie internazionali M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G, immatricolati originariamente con motore termico.
Grazie al decreto, fortemente voluto da Confartigianato Vicenza e Marca Trevigiana (che hanno dato un contributo determinante alla definizione della norma seguendone l’iter oltre che a Roma anche a Bruxelles), ora vi sono le basi per effettuare la trasformazione dei veicoli utilizzando un kit composto da un motore elettrico con convertitore di potenza, un pacco batterie e un interfaccia con la rete per la ricarica delle batterie stesse. Il tutto con una procedura molto simile a quella del montaggio di un impianto a GPL o metano.
Il decreto specifica le caratteristiche generali del sistema di riqualificazione elettrica necessarie per l’omologazione, a partire dall’obbligo che i kit di retrofit siano progettati, costruiti e montati in modo tale che, in condizioni normali di impiego e nonostante le sollecitazioni cui può essere sottoposto, non siano alterate le originarie caratteristiche del veicolo in termini di prestazioni e sicurezza. Oltre ovviamente alla necessità di resistere agli agenti di corrosione e di invecchiamento cui è esposto; inoltre, nei casi in cui il sistema di riqualificazione elettrica richieda sostituzioni o modifiche di parti del veicolo al di fuori del sistema di propulsione stesso, sarà necessario per i proprietari richiedere anche il preventivo nulla osta del costruttore del veicolo.
Nella pratica il produttore del kit deve sottoporlo all’omologazione e fornire le prescrizioni per il montaggio, che verrà poi eseguito dall’autoriparatore; questi, una volta terminata l’installazione, porterà l’auto alla Motorizzazione che, a seguito di visita e prova, provvederà all’aggiornamento della carta di circolazione del mezzo.
L’installazione di un sistema di riqualificazione elettrica su un veicolo comporta necessariamente, a seguito di visita e prova, anche l‘aggiornamento della carta di circolazione nei casi e con le modalità stabilite con provvedimento della Direzione generale per la motorizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
“Il DL retrofit sulla riqualificazione elettrica di determinate categorie di autovetture appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale rappresenta senz’altro un primo passo a cui ne dovranno seguire urgentemente degli altri – commenta Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum – Come Adiconsum siamo, infatti, convinti che il futuro della mobilità debba andare sempre più nella direzione della sostenibilità. L’auto elettrica è un tassello importante per lo sviluppo di una mobilità più sostenibile”.