Partita a bordo di una slitta eolica la spedizione scientifica, guidata da Ramón Larramendi, per un viaggio di 5.000 chilometri in cui circumnavigherà la Groenlandia
(Rinnovabili.it) – Circumnavigare la più vasta isola del pianeta con una slitta eolica. L’idea è di Ramón Larramendi, l’esploratore che per primo al mondo, a soli 19 anni, portò a termine la traversata con sci dei tre maggiori ghiacciai islandesi, e che oggi intende circumnavigare la Groenlandia a bordo del primo veicolo eolico progettato per l’esplorazione scientifica dei Poli. L’innovativo mezzo di trasporto, infatti, è dotato di vele capaci di trasformare l’energia del vento in forza motrice. Si tratta di un vero e proprio laboratorio mobile che potrà raccogliere dati e campioni, facilitando il lavoro scientifico nei territori polari, senza dover sostenere ingenti investimenti infrastrutturali.
Alla spedizione, un viaggio di circa 5.000 chilometri, prenderanno parte anche i due spagnoli Manuel Olivera ed Eusebio Beamonte, la danese Karen Moe e il groenlandese Bojsen Hugo Svensson. Il prototipo di slitta eolica su cui viaggeranno è il frutto di un lavoro che dura 14 anni e che ha visto numerose modifiche apportate per migliorarne le prestazioni; quello attuale riesce a muoversi già con venti compresi tra i 6 e i 60 chilometri orari e le vele di cui è dotato sono capaci di sfruttare anche venti in direzione contraria a quella di marcia. Guidare la slitta è semplice: il sistema di vele è collegato a una puleggia attraverso due corde, che possono essere gestite e opportunamente manovrate dal pilota per evitare cadute o ribaltamenti. In condizioni ottimali di vento la slitta eolica può viaggiare senza problemi fino a 50 chilometri all’ora.
In questi circa 45 giorni di spedizione, la squadra preleverà campioni di ghiaccio e neve, per analizzarne i livelli di inquinamento, e misurerà i livelli di radioattività nei pressi delle ex basi militari dismesse. Il programma è quello di visitare anche le stazioni scientifiche internazionali che i ricercatori incontreranno nel loro percorso, come il Camp Raven Statunitense, la Neem dell’Università di Copenhagen, il Summit Camp, uno dei centri nevralgici nella ricerca sui cambiamenti climatici, e la North Ice Station.