(Rinnovabili.it) – Dormiamo qui, in un posto dimenticato dal tempo: il Residence Douiret. Residence, si… Così lo hanno chiamato. Io non so, ancora non li conosco, non conosco questa popolazione, la loro cultura, le loro tradizioni, usi, consuetudini, ma quello che “sento” è molto profondo: “l’essenziale è invisibile agli occhi, ma lo si sente con il cuore” ripeteva il Piccolo Principe a se. Spero non si facciano colonizzare totalmente dallo stile occidentale, con tutte le sue deviazioni e insofferenze.
Un gruppo di francesi è ospite insieme a noi della struttura, Giovanni e Marco tentano l’approccio con un Belle Femme spiegandole la loro impresa in Bici “no Normal Road, but Very Very Offroad!!!”.
Al piano di sotto, tra francesi e local si è organizzato uno spettacolino, si balla musica araba tradizionale e ci viene offerto dell’ottimo thé aromatizzato al rosmarino (è la pianta più diffusa in questo territorio arido ed il cibo principale di pecore e capre che, pare, grazie a quest’erba non abbiano un filo di grasso. Ma credo più che la loro invidiabile linea sia un fattore di scarse risorse…).
La notte ha lasciato spazio alle stelle e preferisco coricarmi all’aperto sulla Schifa (il corridoio su cui si affacciano le grotte-camere): troppo caldo nelle stanze e molte, tante, troppe zanzare. La volta stellare appare come un gigantesco schermo LCD sul quale si proiettano miliardi di stelle che ci avvolgono invitandomi ad uno spettacolo affascinante; mi immagino Mariella che col suo iPhone puntato al cielo grazie ad una Apps spiega a Domenico le varie costellazioni. Ma credetemi, io li sento vicini, tanto vicini come percepisco intimamente tutta questa immensità. Così, in questi luoghi, l’uomo si concilia con l’immenso. M’illumino d’immenso, titolava il poeta… E’ un via vai di persone sulla schifa, io sono totalmente coperto, con la testa riparata dalla kefia: le zanzare sono estremamente aggressive! Fino a che il “traffico pedonale” non diviene insostenibile e decido di alzarmi: è ancora buio, non saranno neanche le 4:00 e fuori, è una distesa di materassi e coperte, tutti ci siamo spostati fuori dalle stanze per sfuggire al caldo e a qui petulanti insetti… Pas mal, la situazione è divertente, e poi ne posso approfittare per andare a fare delle belle foto all’alba…
Due ore di sonno, forse; il tratto in asfalto è breve, circa 10 km a ritroso per Chenini, poi la deviazione per la pista verso Ksar Ghilane. E’ subito deserto, ma non sabbioso, misto: la traccia è in quota, circa 350 metri e permette anche alle bici di essere percorsa. Ci addentriamo, capiamo che non sarà una semplice pedalata, neanche per me che sono assistito dal motore elettrico. Percorsi i primi chilometri il panorama non varia, solo pietre e deserto, sabbia e cespugli qua e là; fortunatamente il cielo è velato e il sole non insiste con violenza su di noi. Ma si sente, si sente nella nostra gola sempre secca e non basta bere in continuazione, dobbiamo tenere l’acqua in bocca per potere trovare un po’ di sollievo: è tanta l’acqua che beviamo, più di un litro ogni 10 chilometri. Ogni tanto ci tocca scendere dalla bici, i banchi di sabbia sono più numerosi e occupano la pista anche per lunghi tratti, la eBike mi assiste alla grande anche se con modalità Tour consuma davvero parecchia energia; ma procedo anche sulla sabbia.
Ci fermiamo dopo aver percorso circa 40 km, come allucinati: abbiamo negli occhi e impresso nella mente solo il nulla, niente, il vuoto dipinto di giallo. Il deserto. E’ una piccola casetta su un promontorio, fermi ci sono dei dromedari che pascolano; anche noi mangiamo qualcosa, un pranzo necessariamente molto fugace: pane tonno e cipolla sul fuoristrada… Non si vede alcuna oasi all’orizzonte, Ksar Ghilane è ancora lontana, 30 chilometri ancora. I ragazzi sono andati con le bici a mescolarsi tra i dromedari, sono tanti sparsi un po’ dovunque; in disparte il pastore, che li osserva e controlla da lontano. Il pastore Nomade è un fuoristrada con a bordo una coppia spagnola sono le uniche anime vive che abbiamo incontrato su questa pista dimenticata. Più tardi sapremo che mai nessuno in bici aveva prima di noi raggiunto Ksar Ghilane da questo tracciato..! All’Oasi ci si arriva da Douz con le fuoristrada o da Matmata sull’asfalto, ma da questa pista che viene da Chenini no, no!!!
Beh, ce l’abbiamo fatta: 9 ore di bici, 85 chilometri percorsi di cui 70 in pieno deserto; siamo provati fisicamente ma, soprattutto, svuotati mentalmente. Ognuno di noi, ho scoperto dopo, non aveva che il desiderio di Acqua frizzante e un buon boccale di Birra. A fiumi! L’impresa è compiuta, il resto è cronaca.
Oggi, che sono qui che scrivo davanti al mio monitor, ho impressi sugli occhi quei momenti quei posti quelle zone quei bambini quella gente che spesso mi hanno lasciato senza fiato a vagare tra i pensieri a guardare e scavare nel mio intimo come raramente avevo fatto e non importa essere credenti o religiosi, lì c’e la Storia dell’uomo di cui io mi sono sentito parte, lì c’è l’essenza della vita, che io mi sono sentito dentro, lì dove tutto è essenziale, se non nulla.
Queste le Tappe del viaggio:
- 15 ottobre: Arrivo a Tunisi Port, destinazione Sousse – Giorno 0
- 16 ottobre: da Sousse a Matmata (km 340) – Giorno 1
- 17 ottobre: Matmata – Technine – Toujene – Ksar Hallouf (70km) – Giorno 2
- 18 ottobre: Ksar Hallouf – Beni Khdech – Ksar Hadada – Hotel Tataouine (80 km) – Giorno 3
- 19 ottobren: Tataouine – Chenini – Guermessa – Douiret (60 km) – Giorno 4
- 20 ottobre: Douiret – Ksar Ghilane – (85 Km) – Giorno 5
- 21 ottobre: Ksar Ghilane – Sahara Oasi – Giorno 6
Giorno 4: da Tatouine fino a Douiret
eBike Tunisia: attraverso le montagne
“300 mt di ripido completamente dissestato e pietroso con pendenza maggiore del 25%, con la mia eBIke Lombardo riesco a percorrerlo in sella dove gli altri spingevano”
Giorno 6: da Ksar Ghilane fino a Sousse
“Dopo 7 ore di viaggio senza sosta giungiamo a Sousse: qua tutta Storia, dovunque ti giri respiri millenni di vicende epiche e antichità e avvenimenti e misticismo e favola”
Incontri ‘nomadi’ e difficoltà di comunicazione
eBike Tunisia: 85 km di prestazioni
Giorno 3: dall’Oasi di Ksar Hallouf a Tatouine
“Il risveglio ai piedi della fortezza di Ksar Hallouf è stato stupefacente …immersi in un’oasi fitta di palme. Così, estasiati, saliamo in sella per affrontare un ulteriore passo verso il Grande Erg Orientale”
Giorno 2: da Ksar Hallouf a Tatouine
eBike Desert Tour: destinazione Oasi
Dal nostro inviato speciale Alessandro: “Mai avrei potuto partecipare a questo evento senza la “pedalata assistita!”, il resoconto in tempo reale del tour nel deserto
Giorno 1: i primi passi nel Continente africano della spedizione C2C Tunisia
La prima pedalata tunisina degli 11 Bikers
Nel deserto roccioso della Tunisia in sella ad una speciale Mountain Bike a Pedalata Assisitita, diretti alle porte del Sahara. Venerdì il collegamento in diretta dagli studi RAI UnoMattina
Giorno 0: inizia l’avventura
Nel deserto della Tunisia con la eBike
Sette giorni, 11 bikers, oltre 300km da percorrere con Mountain Bike a Pedalata Assistita. Inizia l’avventura che ci condurrà fino alle porte del Sahara per provare ‘off-road’ la nuova eBike.