Ulderigo Zona, racconta l’impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità e della digitalizzazione. Gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione, le sfide della digitalizzazione e specialmente la responsabilità dell’unica azienda che si occupa integralmente di mobilità sostenibile, attraverso la realizzazione contemporanea di treni e di infrastrutture.
Intervista a Ulderigo Zona, Executive Director – Group Safety, Health, Environment, Quality di Hitachi Rail
Visitare lo stabilimento di Hitachi Rail di Napoli è davvero un’esperienza particolare. Si può constatare concretamente l’attenzione dell’azienda nel perseguire gli obiettivi particolarmente ambiziosi di decarbonizzazione. Dalla nuova sede appena ristrutturata, particolarmente performante nei consumi, alla meticolosa cura nel recupero dei materiali e delle fonti primarie nelle varie linee produttive, si respira questa mission fino ai prodotti finiti, attualmente i tram per la città di Torino, allineati nel piazzale e pronti per il trasporto. Ci accoglie il responsabile di questo impegno: Ulderigo Zona, l’Executive Director – Group Safety, Health, Environment, Quality di Hitachi Rail
Ingegnere Ulderigo Zona, cosa vuol dire sostenibilità energetica per Hitachi Rail?
Fondamentalmente impegnarsi per indirizzare attività e prodotti verso l’efficientamento energetico. Siamo profondamente convinti che esistono importanti margini di recupero all’interno delle fabbriche, degli uffici, delle abitazioni e nella vita quotidiana di ogni giorno. Poniamo mediamente poca attenzione all’ambiente e a come utilizzare al meglio le risorse primarie, prima fra tutte l’energia. Ma è essenziale soffermarci anche su altre risorse, come l’acqua, della quale oggi poco parliamo, ma che domani avrà un’importanza assoluta.
Ma l’acqua è importante, ing. Zona, anche nel ciclo di vita di un treno?
Certamente, l’acqua è importante anche nel nostro settore. Ad esempio, per evitarne lo spreco, tutti i nostri impianti di produzione sono dotati di un sistema di riciclo totale dell’acqua e stiamo facendo diversi investimenti per recuperare anche le acque piovane per utilizzarle per usi industriali o per il mantenimento del verde. Insomma, nei nostri stabilimenti la parola d’ordine è: utilizzare al meglio tutte le fonti primarie.
Tornando all’efficienza energetica, penso che ci siano grandi trasformazioni da fare: oltre che ricorrere all’energia rinnovabile – approccio indiscutibilmente indispensabile – dovremmo capire qual è il reale valore del consumo a cui dobbiamo tendere attraverso la gestione intelligente degli impianti. L’efficientamento energetico ha l’immenso vantaggio di far risparmiare denaro, oltre che tutelare l’ambiente, coniugandosi perfettamente con l’approccio imprenditoriale.
Come Hitachi Rail persegue l’obiettivo dell’efficientamento energetico?
Mettendo in stretta connessione la digitalizzazione con la sostenibilità: sono due facce della stessa medaglia.
Se vogliamo efficientare dobbiamo saper misurare, e per misurare dobbiamo avere la capacità di installare strumenti di registrazione, di raccolta e di analisi dei dati, informazioni che ci consentano di comprendere come efficientare i nostri processi produttivi e di misurare l’impatto sull’ambiente delle nostre attività.
A questo proposito, Ing. Zona, come l’avvento dell’intelligenza artificiale cambierà questo vostro approccio?
Direi che lo sosterrà sempre di più. L’intelligenza artificiale è un’immensa opportunità che ci aiuterà a conoscere, a livello globale, l’esperienza degli altri ed i risultati che altri hanno prodotto attraverso le loro diverse esperienze, e mettere a disposizione anche le nostre. Quindi piena condivisione di informazioni, aumentando in modo esponenziale le nostre esperienze e rendendo più rapidi i nostri processi di innovazione tecnologica. Oggi il mondo è talmente complesso e interconnesso che avere la capacità di analizzare i dati ed i risultati diventa non solo strategico, ma essenziale. Dall’altra parte l’intelligenza artificiale ci consentirà anche di sviluppare nuovi prodotti, di migliorare il loro approccio digitale, ci aiuterà anche a comprendere quello che gli attuali limiti della tecnologia non riescono a superare.
Tutto ciò, però, deve attuarsi nel pieno rispetto dell’etica, questo è assolutamente basilare: l’uomo deve rimanere sempre al centro del processo decisionale, sia di sviluppo che di innovazione tecnologica. Una macchina non potrà mai sostituire l’uomo in quanto vorrebbe dire creare una società non più umano centrica, trasformando il ruolo dell’uomo in un gregario ininfluente del processo.
Tutto ciò è assolutamente contrario al principio fondante di Hitachi dove la social innovation rappresenta il core del nostro sviluppo tecnologico.
Quindi, se ho ben capito Ing. Ulderigo Zona, il treno Hitachi diventerà anche lo strumento di rilevazione e di interconnessione di dati. E non solo per la mobilità, ma anche per tutte attività legate alla vita dell’uomo?
Assolutamente si. Quando parliamo di Smart Mobility dobbiamo pensare a un sistema di mobilità interconnessa dove ci sono una quantità di dati che oggi sono già disponibili, ma che non vengono legati tra di loro. L’obiettivo è proprio questo: avere la capacità di saper leggere questi dati, interconnetterli tra di loro, e restituirli come valore aggiunto per il benessere delle persone.
Le faccio un esempio: si sta facendo molta sperimentazione nel settore dell’automotive e in particolare sulla guida automatica. Ma sostanzialmente le auto oggi sono già interconnesse tra di loro se consideriamo che molti veicoli circolanti già comunicano con i transponder di altri veicoli e con le aziende produttrici, e ci forniscono costantemente informazioni. E questi dati sono importantissimi anche per migliorare il benessere delle persone che utilizzano l’automobile. E così sarà anche per i sistemi di trasporto su ferro.
I treni, a maggior ragione rispetto alle auto, collegano posti ancora più distanti e soprattutto costituiscono sistemi strategici per la trasmissione di informazioni. Ad esempio: un treno che viaggia su un’infrastruttura può rilevare lo stato di benessere dell’infrastruttura stessa e comunicare se necessita di manutenzione. Sul treno, inoltre, viaggiano numerosissimi passeggeri ai quali bisogna offrire la possibilità di interconnettersi con facilità con il resto del mondo e di ricevere e trasmettere informazioni in tempo reale. Insomma, credo che siamo solamente all’inizio di una colossale trasformazione e che la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, l’utilizzo in maniera più strutturata di una moltitudine di dati che oggi già possediamo, miglioreranno in maniera importante la qualità della vita e quindi la sostenibilità.
Un settore basilare sostenuto dal PNNR è proprio quello della mobilità sostenibile, intesa come sistemi di trasporto più efficienti nei consumi energetici, più flessibili come facilità di utilizzazione e più sostenibili come capacità di riciclo della materia. I prodotti che realizzate rispondono ai requisiti che l’Europa chiede?
Il tram e i treni sono solo alcuni dei prodotti di Hitachi, e tutti sposano questa filosofia. I nostri prodotti sono concepiti per essere realizzati con materie che provengono principalmente da processi di riciclo e che sono comunque destinati al riciclo, quindi un’economia circolare in tutta la filiera produttiva.
In secondo luogo, stiamo sviluppando sistemi di trasporto su ferro con l’obiettivo di ridurre quanto più possibile il loro consumo, ciò significa utilizzare materiali innovativi, treni più leggeri, sistemi di automazione e di trazione più performanti, con la possibilità di utilizzare tecnologie – che fino a ieri non pensavamo compatibili con un sistema di trasporto su ferro – e che oggi iniziano a essere maturi per avere delle applicazioni ferroviarie.
Ma dobbiamo lavorare anche sull’infrastruttura: un sistema di mobilità sostenibile non è costituito solo dai mezzi di trasporto, ma anche dalle strutture su cui questi mezzi si muovono. Per le auto ci sono le Autostrade, per i treni ci sono le linee ferroviarie. L’infrastruttura è fondamentale per il processo di sviluppo della sostenibilità della mobilità. Dobbiamo lavorare sui sistemi di gestione del traffico ferroviario sempre più intelligenti nella loro gestione dei treni. Ad esempio, se c’è sulla linea un rallentamento di altri treni, è inutile accelerare ed incidere sui consumi di energia, ma bisogna rallentare per contenere i consumi. Quindi con un sistema interconnesso l’infrastruttura funziona da autostrada in grado di regolare automaticamente il traffico che la percorre. Dobbiamo immaginare i treni come tanti mattoncini e l’infrastruttura come la base su cui questi mattoncini si assemblano costituendo l’hub del sistema di trasporto.
Quali tempi attuativi avrà, secondo lei, questa interconnessione del sistema di trasporto?
Hitachi Rail realizza internamente tutti i sistemi di segnalamento ferroviario. Quindi l’infrastruttura la sviluppiamo direttamente noi senza affidarci a terzi. E debbo dire che proprio la parte dell’infrastruttura è la più innovativa, la più digitalizzata e intelligente rispetto alla tecnologia a bordo dei treni. È nell’asset infrastrutture che si sta giocando principalmente la vera scommessa per una mobilità su ferro del futuro.
Hitachi Rail non è solamente treni ma la somma di treni più infrastruttura ed è l’unica società capace di fornire un sistema di trasporto integrato e completo.
Quando arriveremo ad avere una piattaforma così come lei l’ha descritta?
Non siamo lontani, credo davvero pochi anni. Le piattaforme digitali ed i sistemi infrastrutturali sono già ad un ottimo livello di digitalizzazione e stiamo sviluppando delle piattaforme di Asset Management che ci garantiranno sempre più questa gestione integrata.
Grazie al PNRR la diffusione dell’ETCS di livello due – che rappresenta lo standard europeo più evoluto di gestione del traffico ferroviario – sta avendo un fortissimo impulso in tutta Italia ben oltre le linee più gettonate quale l’alta velocità. Quindi tutti i revamping, le attività di upgrade tecnologico che si stanno realizzando in aree più complesse come la Sicilia o la Puglia, vanno in questa direzione e ciò incrementa la tecnologia dell’infrastruttura, aumenta la velocità dei treni – ovviamente fino al limite tecnologico della linea – e quindi il livello di qualità del servizio.
Lo stiamo vedendo anche in Europa: i treni italiani, grazie alla standardizzazione, iniziano a viaggiare verso la Francia o in Spagna. Queste connessioni sono già una realtà.
Possiamo immaginare che prima del prossimo decennio il sistema di infrastrutturale e di mobilità su ferro potrà davvero trasformarsi in una piattaforma digitale?
Assolutamente sì.
La mobilità sostenibile non significa solo ferro, ma integrazione tra i vari sistemi. Come state affrontando come Hitachi Rail questo aspetto?
Questo è un quesito particolarmente interessante: dobbiamo, secondo me, sviluppare una maggiore integrazione dei nostri siti produttivi con il territorio favorendo l’utilizzo di sistemi di trasporto collettivi come il car sharing o il car pooling, per diminuire la pressione ambientale del trasporto privato. In questo senso stiamo lanciando delle iniziative con le società di trasporto locali per cercare di trovare delle partnership importanti. Le faccio il nostro esempio: a Napoli abbiamo 2000 dipendenti, a Pistoia sono più di 1800, a Reggio Calabria più di 1100: se ognuno di loro venisse con un’auto avremmo spostato ogni giorno 5000 autovetture. Se invece riuscissimo a spostare anche solo il 50% di queste persone attraverso sistemi di trasporto alternativi, grazie all’attivazione di partnership con società di trasporto collettive, noi ridurremmo drasticamente consumi ed emissioni.
Credo fortemente che questa sia un’altra mission delle aziende – che hanno la responsabilità non solo di essere efficienti nella loro produzione – ma di sostenere lo sviluppo della cultura della sostenibilità, trasferendo ai dipendenti i valori alla base del miglioramento della qualità della loro vita.
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