(Rinnovabili.it) – La mobilità sostenibile riparte dai binari. L’8 marzo sarà la giornata delle ferrovie dimenticate, un appuntamento organizzato dalle associazioni ambientaliste riunite nella Confederazione della Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.).
L’intento è sensibilizzare le istituzioni sullo stato in cui vertono stazioni e ferrovie dismesse e ragionare di mobilità e territorio. Legambiente, che aderisce alla Confederazione, ricorda che sono ormai chiusi più di 1.189 chilometri km di rete ferroviaria “storica” per i pendolari e richiama l’attenzione delle istituzioni sulla drammatica situazione dei treni regionali, tra disservizi, ritardi e tagli che nel 2014 hanno toccato punte del 21% in Abruzzo e del 16% in Calabria.
La Giornata delle ferrovie dimenticate cerca anche di aprire un dibattito nel tentativo di superare la crisi dei treni regionali e del trasporto pendolare, con proposte intermodali e di riconversione delle linee dismesse. Invece di versare nell’abbandono, l’associazione del cigno verde ricorda che le linee chiuse al traffico necessitano di manutenzione ordinaria e rappresentano un importante patrimonio del Paese.
«Investire nella manutenzione delle ferrovie dimenticate è tutt’altro che uno spreco di risorse – dichiara infatti Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – Queste linee dismesse sono legate alla storia del paese e ne raccontano lo sviluppo. Sono parte integrante dei territori e, a seconda delle necessità locali, vanno sfruttate per mettere in pratica una riconversione sostenibile. Si possono trasformare in “vie verdi” sulle quali pedalare, passeggiare oppure rimetterle in attività per rilanciare e potenziare il trasporto ferroviario pendolare».
Un fatto accaduto prima per la Foggia-Lucera, riaperta da qualche stagione con successo dopo mezzo secolo d’abbandono, poi per la linea Cecina-Saline di Volterra. Grazie alla sua riapertura, la Regione Toscana si è aggiudicata uno dei premi di Pendolaria 2014 di Legambiente, insieme alla Regione Puglia (per il progetto integrato per l’area metropolitana di Bari) e alla Provincia di Bolzano (per il recupero delle linee della Val Venosta e della Val Pusteria). Qui, in particolare, gli investimenti in materiale rotabile e nelle stazioni hanno portato a triplicare i passeggeri, passati da 11mila nel 2011 a 29.300.