Rapporto dell’Organizzazione avverte che le attuali certificazioni possono penalizzare il commercio e ridurre l'accesso al mercato, se non adeguatamente gestite
“Così come sono strutturati attualmente, questi piani tendono ad avvantaggiare operatori su larga scala e forniscono incentivi per aumentare la produzione e riuscire così ad assorbire i costi di certificazione”, si legge nel rapporto che non esclude tuttavia che questi sistemi possano presentare degli affetti positivi come una “maggiore efficienza, minori rischi e maggiore trasparenza e consapevolezza sui problemi che possono sorgere lungo la catena produttiva”.
Per facilitare l’accesso al mercato anche per i coltivatori nei Paesi in via di sviluppo e incrementare l’utilizzazione delle certificazioni, gli autori del rapporto suggeriscono che governi e organizzazioni internazionali istituiscono, nei paesi consumatori e in quelli produttori, meccanismi complementari. Per ridurre i costi ai piccoli produttori è possibile inoltre promuovere organismi d’ispezione locali, in generale più informati sulle caratteristiche presenti in loco. “L’impatto ambientale delle certificazioni sarà positivo se esse faciliteranno la programmazione e l’inventario forestale, il monitoraggio, la protezione della biodiversità e la conformità con le normative della silvicoltura”.