Per il secondo anno consecutivo, anche nel 2018 sono aumentate le emissioni di biossido di carbonio dei veicoli venduti in Europa. Ecco i dati pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente
Emissioni medie di CO2: la nuova procedura di omologazione WLTP mostra dati differenti rispetto a quelli ottenuti attraverso la vecchia NEDC
(Rinnovabili.it) – Nel 2018 le emissioni medie di CO2 delle nuove auto immatricolate nell’Unione europea, nel Regno Unito e in Islanda sono aumentate di 2,3 g per km. A renderlo noto sono i dati pubblicati dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA).
Si tratta del secondo anno consecutivo di crescita, in barba agli appelli climatici e alle normative di settore. Simili aumenti si sono registrarti anche nel 2017 quando, dopo un calo costante dal 2010 al 2016, le emissioni medie delle nuove auto erano aumentate di 0,4 g CO2 / km, toccando quota nel 2018 di 120,8 g CO2 / km.
Nonostante l’incremento tutti i produttori auto, tranne uno, avrebbero comunque raggiunto e rispettato gli obiettivi specifici per le emissioni medie di CO2 dell’anno preso in esame. Tuttavia, il trend percorso fa apparire parecchio lontani i target 2020. In base all’analisi condotta dall’Agenzia, Toyota è risultata essere tra i grandi produttori la più vicina, con uno scarto di circa 5g CO2 / km. Maglia era invece per Mazda, la più lontana con ben 39 g CO2 / km che la separano dal traguardo.
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Secondo il rapporto AEA, il dato emissivo in crescita sarebbe dovuto a due fattori. Da una parte, la crescita delle dimensioni e della massa dei veicoli e, dall’altra, l’aumento del numero di mezzi a benzina (che rimangono al vertice per tipologia di alimentazione più venduta) solo in parte “mitigata” dall’ offerta di veicoli elettrici e ibridi.
Come accennato sopra, dal 2010 le emissioni medie di CO2 delle nuove auto avevano intrapreso una strada in discesa grazie al miglioramento complessivo nell’efficienza dei motori e delle tecnologie, ma anche, sottolineano dall’AEA, grazie all’arrivo sul mercato dei nuovi veicoli elettrici che, facendo media, avevano contribuito ad abbassare le quote. I numeri sarebbero tornati a crescere a seguito del processo di “de-dieselizzazione” delle flotte. I modelli a benzina (i cui livelli di emissioni di biossido di carbonio sono superiori) hanno preso il posto di quelli a gasolio, mentre in parallelo aumentavano i SUV, più pesanti e più inquinati.
Da tenere in considerazione vi sono inoltre le differenti procedure utilizzate per l’omologazione dei veicoli stessi. Per sostituire il vecchio ciclo di guida europeo NEDC (New European Driving Cycle), considerato ormai obsoleto, nel 2017 è stata infatti istituita una nuova procedura di test riservata ai veicoli leggeri e armonizzata per la prima volta a livello mondiale. Rispetto al NEDC, introdotto nel 1992 ed aggiornato l’ultima volta nel ’97, la nuova WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure), alla quale sono oggi vincolati tutti i produttori, consente di ottenere informazioni più dettagliate e soprattutto realistiche riguardo le emissioni. Il confronto dei numeri parla chiaro: nel 2018, gli Stati membri hanno segnalato fattori di emissione sia NEDC che WLTP per circa 4,4 milioni di automobili, con i primi (quindi in base al NEDC) mediamente inferiori del 20% rispetto agli stessi registrati attraverso la procedura WLTP.
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