(Rinnovabli.it) – L’International Council of Clean Transportation (ICCT), l’ente privato no-profit che ha scoperto il trucco della Volkswagen, continua la sua opera certosina d’analisi rivelando altre magagne nell’automotive mondiale. Mentre il “dieselgate” ancora infiamma il mercato, l’Istituto sposta la sua attenzione sui consumi e le emissioni reali delle nuove automobili europee. Quello che emerge non è solo che il divario tra dati ufficiali e dati reali sta crescendo progressivamente dal 2001, ma anche che il gap più preoccupante appartiene ai veicoli ibridi. I mezzi elettrici a doppia alimentazione, soprattutto se quelli plug-in, possiedono consumi fino al 215% superiori (e di conseguenza emissioni più alte) nella realtà di quelli omologati.
Più in generale, questa discrepanza sul fronte delle emissioni medie di CO2 è aumentata da circa l’8 per cento del 2001 a ben il 40 per cento nel 2014. Le cause dietro al gap di valori sono ben note, e più volte sono state denunciate da E&T: il ciclo di omologazione europeo, aggiornato l’ultima volta nell’ormai lontano 1997, non è più in grado di fornire risultati veritieri. Le soluzioni adottate nei test dalle case automobilistiche ricreano condizioni ideali che difficilmente possono presentarsi nella guida su strada. In particolar modo per le auto ibride, il problema consiste nella gestione della batteria: durante i rapidi test di omologazione (meno di 20 minuti su un banco a rulli) la batteria viene completamente pre-caricata e il motore a combustione è acceso di conseguenza solo per pochissimo tempo. Nella guida reale la batteria non è mai carica al 100% e dopo i primi 30-50 km è necessario passare al diesel o benzina che sia, aumentando a dismisura consumi ed emissioni.
Un passo avanti versi il miglioramento dell’attendibilità delle procedure di omologazione dovrebbe esserci a partire dal 2017, anno in cui entrerà in vigore il nuovo ciclo Worldwide Harmonized Light Vehicle Test Procedure (WLTP), a cui la Commissione economica europea delle Nazioni Unite sta lavorando dal 2008. Tuttavia, secondo l’Icct, potrebbe non essere sufficiente.