Un team di ingegneri provenienti da una dozzina di aziende europee ha sviluppato un dispositivo economico e semplice per testare l’efficacia dei filtri antiparticolato e contrastare quindi le emissioni auto
Il dispositivo anti emissioni auto sarà lanciato nei Paesi Bassi e in Belgio, per poi essere diffuso in tutta Europa
(Rinnovabili.it) – Un aiuto concreto a contrastare le emissioni auto, ed evitare che si continui a imbrogliare sul consumo di carburante e la CO2 rilasciata arriva da un team di ingegneri provenienti da una dozzina di aziende europee, che hanno sviluppato dispositivi economici e semplici per testare l’efficacia dei filtri antiparticolato, e che potrebbero aiutare a rimuovere i veicoli più inquinanti dalle strade senza ricorrere a divieti generalizzati. La questione riguarda sia i comuni di tutta Europa, alla ricerca di soluzioni che soddisfino le nuove regole sulla qualità dell’aria, senza dover investire miliardi in infrastrutture per veicoli elettrici o vietare del tutto i veicoli diesel, sia i regolatori, impegnati a trovare modi economici per misurare le emissioni auto del mondo reale senza dover ricorrere a costose apparecchiature.
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Quello messo a punto dagli ingegneri europei è uno strumento semplice, portatile e alimentato a batteria, in grado in pochi minuti di verificare se le auto dispongono di filtri antiparticolato che funzionano. I nuovi dispositivi di misurazione costano circa 8.000 euro ($ 9.060), una cifra tutto sommato accessibile per la polizia e le officine che effettuano test sulle emissioni, e saranno inizialmente lanciati nei Paesi Bassi e in Belgio, per poi essere diffusi in tutta Europa a partire già da quest’anno. Come spiegato da un ingegnere del team, ci sono molte sostanze tossiche emesse dalle auto, ma le più tossiche sono quelle che afferiscono al particolato, che uccide fino a 5 milioni di persone all’anno a livello globale. Gli oltre 100 milioni di filtri antiparticolato in uso sulle strade europee possono, se funzionano correttamente, rendere lo scarico dei veicoli meno tossico; addirittura, a regime, potrebbero persino pulire l’aria al loro passaggio, motivo per cui occorre mantenerli sempre puliti durante l’intero ciclo di vita del veicolo.
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L’impatto nocivo delle emissioni di NOx e del particolato fine è stato per anni ignorato dai regolatori europei fino a quando Volkswagen non è stata scoperta a mascherare livelli eccessivi di inquinamento nelle auto vendute negli Stati Uniti. La Securities and Exchange Commission statunitense ha citato in giudizio la casa automobilistica e il suo ex amministratore delegato, Martin Winterkorn, per lo scandalo, accusando la compagnia di aver commesso una massiccia frode a scapito degli investitori statunitensi. La frode ha attirato l’attenzione dei regolatori europei, che si erano concentrati principalmente sulle emissioni di biossido di carbonio. La disparità tra le emissioni su strada e i risultati di laboratorio è venuta alla luce dopo che Marc Besch, uno studente svizzero della West Virginia University, ha deciso di studiare le emissioni di Volkswagen per un articolo accademico nel 2013, senza immaginare che la sua scoperta avrebbe cambiato per sempre l’industria automobilistica.