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SBTi rilascia il 1° standard per abbattere le emissioni auto scope 3

Per essere certificati, i produttori dovranno impegnarsi a ultimare il phase out dei veicoli diesel e benzina entro il 2035 nei principali mercati auto globali e al più tardi nel 2040 in tutti gli altri. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni generate dall’uso dei veicoli dovranno essere espressi in valori assoluti e avere un fattore di riduzione lineare almeno del 4,2%

Emissioni auto scope 3: arriva il 1° standard SBTi
Foto di Douglas Bagg su Unsplash

I SUV sono il 46% delle vendite e il 9° inquinatore globale con circa 1 GtCO2

(Rinnovabili.it) – Nuovi obiettivi basati sulla scienza per allineare davvero l’automotive a 1,5 gradi, aggredendo il segmento di emissioni generate dall’uso dei veicoli. Li ha presentati il 20 marzo la Science Based Target initiative (SBTi), l’iniziativa internazionale che fissa gli standard per raggiungere emissioni zero nei diversi settori produttivi e rappresenta il miglior punto di riferimento in materia per le imprese. È la prima volta che SBTi propone delle linee guida per le emissioni auto scope 3.

Affrontare le emissioni auto scope 3

Affrontare le emissioni “a valle”, per il settore automotive, è un passaggio cruciale per ridurre l’impronta di carbonio e contribuire in modo equo alla decarbonizzazione. Auto e furgoni rappresentano più del 25% del consumo globale di petrolio e circa il 10% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia nel 2022. Veicoli diesel e benzina figurano tra le principali fonti di inquinanti e sono responsabili di 4,2 milioni di morti premature in tutto il mondo.

Le linee guida di SBTi colmano una lacuna che costringerà le case auto a fare i conti con le politiche industriali seguite negli ultimi anni. Politiche che puntano soprattutto sui SUV e quindi generano più emissioni e rallentano la diffusione degli EV a causa di prezzi medi molto alti (soprattutto in Europa).

Un rapporto di Global Fuel Economy Initiative ha calcolato di recente quanto la penetrazione capillare dei SUV, in tutti i principali mercati auto, abbia rallentato la decarbonizzazione del trasporto privato su gomma. Se le auto vendute fossero rimaste della stessa misura e dello stesso peso, tra il 2010 e il 2022 le emissioni sarebbero calate del 30% in più.

Nel 2022 la flotta globale di SUV era il 9° inquinatore mondiale con circa 1 miliardo di tonnellate di CO2 (GtCO2) prodotte, con un trend in crescita anche perché questi modelli coprono il 46% delle vendite. Secondo l’IEA, tra il 2021 e il 2022 il consumo di petrolio delle auto convenzionali, esclusi i SUV, è rimasto pressoché invariato, ma il consumo di petrolio dei SUV è aumentato a livello globale di 500.000 barili al giorno, rappresentando un terzo della crescita totale della domanda di petrolio.

Anche se la maggior parte delle case auto, oggi, ha delle politiche che prevedono l’addio ai veicoli endotermici attorno al 2035, la traiettoria disegnata non è quindi compatibile con il mantenere la temperatura globale sotto 1,5°C. SBTi ha corretto il tiro aggiornando gli standard per il trasporto via terra – a cui tutte le case auto che avevano target validati si dovranno conformare entro 6 mesi per non perdere la certificazione – e aggiungendo nuove linee guida specificamente calibrate sulle emissioni auto scope 3.

“Secondo le nostre linee guida precedenti, i produttori devono presentare obiettivi di riduzione delle emissioni che coprano gli obiettivi della categoria 11 dell’ambito 3, comprensivi delle vendite dell’intero portafoglio in tutte le categorie di veicoli e che comprendano tutte le regioni”, dettaglia SBTi. I target, per essere validati, dovranno prevedere riduzioni assolute delle emissioni e prevedere un fattore di riduzione lineare anno su anno di almeno il 4,2%. Inoltre, la certificazione sarà data solo ai produttori che si impegnano a ultimare il phase out dei veicoli diesel e benzina entro il 2035 nei principali mercati auto globali e al più tardi nel 2040 in tutti gli altri.