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Emissioni auto: Europa divisa

(Rinnovabili.it) – L’obiettivo comunitario al 2020 di ridurre le emissioni prodotte dalle auto europee a una media di 95 grammi per chilometro sta dividendo le case automobilistiche di tutta il Continente. Da una parte, c’è chi si sta sforzando di tenere fede all’obiettivo; dall’altra, c’è chi invece vorrebbe maggiori libertà nella produzione degli autoveicoli e nel superamento dei limiti imposti. L’associazione dei produttori automobilistici tedeschi, la VDA, rientra nello schieramento di chi vorrebbe un’imposizione più elastica degli standard europei, con la promessa però di compensare lo “sgarro” all’Unione con investimenti diretti all’innovazione tecnologica e finalizzati alla messa a punto di veicoli più puliti.

 

Secondo il portavoce della VDA, Eckehart Rotter, infatti, il limite imposto dall’Unione ai produttori automobilistici di poter fabbricare non più di 20.000 mezzi più emissivi della media dovrebbe essere arginato e i produttori europei dovrebbero poter disporre di supercrediti per potersi muovere più liberamente. Immediata la reazione di chi, dall’altra parte della barricata, accusa la VDA di non volersi uniformare a quanto stabilito in materia e di rendere meno ambiziosi i target europei. Secondo la consigliera europea ai trasporti (di Greenpeace), Franziska Achterberg, la proposta dalla VDA potrebbe sfasare l’obiettivo europeo al 2020 di 10 grammi, facendo alzare la media europea a 105 grammi di carbonio per chilometro al 2020. Divisa pure la Commissione: per Connie Hedegaard, Commissario al Clima, i supercrediti richiesti dai produttori andrebbero limitati; per il Commissario all’Energia, Günther Oettinger, invece, il tetto di 20.000 auto per produttore è comunque troppo basso, soprattutto per le case automobilistiche più grandi; ma c’è anche chi crede che i supercrediti potrebbero avere altri vantaggi e fungere da stimolo tecnologico.

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