Rinnovabili

Electron One, l’auto che abbina l’idrogeno al grafene

Electron One l’auto che abbina l’idrogeno al grafene 1

 

(Rinnovabili.it) – Può esistere un’auto elettrica che monta una unità di stoccaggio al grafene insieme ad una cella a combustibile in grado di autoprodurre idrogeno? Sembra di sì, almeno nelle attese di Edison e Sunvault: dopo la messa a punto, lo scorso maggio, del più grande supercapacitor al grafene, le due aziende americane hanno deciso di tentare l’ingresso nel mercato della mobilità elettrica.

L’auto che intendono produrre – che verrà venduta solo su ordinazione – si chiamerà Electron One, e verrà messa a punto dalla nuova branca dell’azienda, Edison Motor Cars. Su internet non circolano foto per il momento, né si sa più di quanto i costruttori non abbiano svelato. All’accumulatore al grafene, materiale dalle straordinarie proprietà e infinite applicazioni, la Electron One prevede di affiancare una cella a combustibile. Essa opererà grazie ad un sistema, incorporato nella vettura, in grado di produrre idrogeno con la semplice aggiunta di acqua. «L’unità a idrogeno serve più che altro ad allungare la durata della batteria oltre i 560-650 km garantiti in normali condizioni di guida», spiega il CEO di Sunvault Energy, Gary Monaghan, a Rinnovabili.it.

 

Il controllo della trazione, secondo Edison quasi doppio rispetto ad una Ferrari 488 GTB, sarà garantito dall’installazione di una unità di azionamento elettrico per ogni ruota. La vettura dovrebbe essere pronta entro il primo trimestre del 2016 e, secondo le previsioni, dovrebbe accelerare da 0 a 100 in un lasso di tempo che va dai 2,0 ai 2,2 secondi. Un vanto per i produttori è anche il tempo di ricarica, stimato in 5 minuti.

Per quanto riguarda la distanza, la Edison Electron One dovrebbe collocarsi, nella speranza dei produttori, allo stesso livello di altre auto elettriche, con il vantaggio di un tempo di ricarica più rapido. Altro punto sul quale Edison vuole enfatizzare la superiorità della sua vettura, è la sicurezza. Promette che non ci sarà alcun rischio di incendio o esplosione, che spesso è associato all’utilizzo di accumulatori agli ioni di litio.

Exit mobile version