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Quanto sono ecologiche le auto senza conducente?

Quanto sono ecologiche le auto senza conducente?

 

(Rinnovabili.it) – L’attenzione di grandi società del calibro di Google, Apple o Toyota, alla tecnologia della guida automatica ha reso la promessa di un futuro di driverless car decisamente concreto. I primi prototipi sono già su strada con l’appoggio in alcuni casi anche di piani governativi e incentivi alla ricerca. La tecnologia, va premesso, è ancora solo all’inizio, e gli ostacoli sia per ottenere un prodotto efficiente, sia per raggiungere la produzione su larga scala, è ancora lunga. L’accettazione del pubblico sembra essere uno degli scogli più difficili da superare, nonostante sia provata la sicurezza delle guida automatica. Un esempio su tutti: ognuno degli incidenti registrati dalla GoogleCar nelle sue prove su strada è stato colpa di una disattenzione umana. Più sicure promettono i progettisti, ma anche più ecologiche, sia per le modalità di trazione che per la riduzione degli errori al volante.

 

Ma quanta è vera questa sbandierata sostenibilità nelle auto senza conducente? A risponderci sono un numero sempre maggiore di studi di settore sulle credenziali green di questo tipo di trasporti. Secondo Gregory Offer dell’Imperial College London, il basso impatto ambientale è una prerogativa della tecnologia a guida automatica, anche se il paragone è tra auto tradizionali e driverless car con motore a combustione. Per lo scienziato infatti se anche solo il 10 per cento delle auto su strada fossero self driving, si risparmierebbero ben 386 milioni di litri di benzina l’anno.

Questo rappresenterebbe un miglioramento significativo sopra l’attuale status quo, capace di divenire ancora più prezioso qualora aggiungessimo i numeri sulle vite salvate (1.100) e sulle ore di viaggio risparmiate (756 milioni), sempre per anno. Se la percentuale salisse al 20 per cento sarebbero 2,7 miliardi i litri di carburante risparmiati.

 

Il merito va alla capacità dei veicoli di monitorare velocità e frenata, così come l’arresto e l’avviamento del motore. Inoltre, questo tipo di macchine dovrebbe poter utilizzare il GPS di bordo e la comunicazione con altri veicoli per calcolare il percorso ottimale verso la destinazione finale. Secondo Iwan Parry, responsabile dello sviluppo del programma per Transport Research Laboratory (TRL) e il progetto Gateway, la capacità di un veicolo autonomo di interagire con una rete di altri veicoli, offrendo anche una maggiore efficienza del movimento, permetterebbe di fornire lo stesso servizio del trasporto convenzionale ma con un minor impatto ambientale, e conseguente con una minore congestione, minori emissioni e una migliore qualità dell’aria.

 

A questi dati c’è pero chi ne contrappone altri più negativi: la diffusione di auto automatizzate pronte a raccogliere qualsiasi utente in qualsiasi luogo e portarlo a qualsiasi destinazione, potrebbe aumentare il numero di persone che sceglierebbe questo tipo di trasporto per ogni spostamento. In altre parole, spiega John DeCicco, professore di ricerca presso l’Università del Michigan Energy Institute, la facilità di “farsi un giro” in un veicolo automatizzato determinerebbe un uso maggiore della macchina: fino a 160% viaggi in più, eclissando i vantaggi dell’efficienza dei sistemi automatizzati.

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