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Dlgs Carburanti alternativi, le Regioni dicono sì ma con riserva

La Conferenza Unificata approva il Decreto sui combustibili alternativi subordinando l'ok ad alcune modifiche del testo. Come la necessità di un piano ricariche in autostrada stilato dalle Regioni

Dlgs Carburanti alternativi, le Regioni dicono sì ma con riserva

 

(Rinnovabili.it) – Regioni e Provincie autonome si sono espresse sul Dlgs Carburanti Alternativi, il provvedimento disciplina le misure necessarie a garantire la costruzione e l’esercizio di un’infrastruttura per  elettricità e gas naturale. Ieri la Conferenza Unificata ha approvato il testo del decreto subordinando il suo sì ad alcune condizioni. Prima fra tutte la modifica del comma 9 – articolo 18, inerente il rinnovo del parco auto delle pubbliche amministrazioni. Le Regioni chiedono infatti che al momento di sostituzione della flotta (autovetture, autobus e mezzi di raccolta dei rifiuti urbani) per gli enti siano obbligatorio l’acquisto di almeno il 30% di veicoli a gas ed elettrici (la percentuale originaria era del 25%).

 

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento inoltre, le Regioni chiedono di poter approvare piani che prevedano la realizzazione, all’interno delle aree di servizio, di un numero adeguato di punti di ricarica per veicoli elettrici, nonché di distribuzione di gnc e gnl, lungo la tratta autostradale italiana, “ivi compresi i relativi accordi, anche al fine di assicurare la circolazione in connessione con la rete dell’Unione Europea”. I punti di rifornimento devono essere previsti a una distanza non superiore a 100 km l’uno dall’altro e i concessionari delle aree di servizio individuate dovranno provvedere entro i successivi 24 mesi, all’adeguamento.

 

Molti punti critici del decreto, tuttavia, rimangono aperti. Solo qualche settimana fa Legambiente denunciava come,  su 24mila distributori di carburante previsti, non più di un centinaio in tutta Italia siano obbligati ad avere le colonnine elettriche e distributori di metano. “Con il rischio  – spiegava il Cigno verde – di rendere assai difficile il rifornimento in autostrada”. Altro elemento critico, il prevedere un obbligo di presenza di ricariche elettriche solo negli edifici di nuova costruzione con più di 50 unità abitative, “ostacolando ancora di fatto la diffusione delle auto elettriche. Legambiente propone invece di allargare l’obbligo di ricariche nei condomini e di garantire l’interoperabilità e il roaming tra i diversi gestori del servizio elettrico in modo da semplificare l’accesso per gli utenti”.