Per superare il dieselgate e migliorare la qualità dell’aria dei centri urbani potrebbero essere necessari anni
(Rinnovabili.it) – Cosa è successo dopo lo scandalo dieselgate scoppiato più o meno tre anni fa? È successo che l’Unione Europea ha accelerato iniziative legislative che hanno migliorato la normativa europea in materia di emissioni di veicoli, c’è stata un’inchiesta del Parlamento europeo sulle misurazioni delle emissioni, e la Commissione europea ha tentato di migliorare, attraverso progetti ad hoc, la frammentarietà e il non facile accesso ai dati disponibili sui test delle emissioni dei veicoli. Sono state, infine, apportate una serie di modifiche ai controlli sulle emissioni dei veicoli nell’UE, modifiche che ora prevedono: la facoltà della Commissione di esaminare il lavoro delle autorità nazionali di omologazione, di testare i veicoli, di revocare o sospendere le omologazioni e di comminare sanzioni; l’obbligatorietà negli Stati membri di effettuare test sui veicoli, test che possono anche essere effettuati da soggetti terzi; l’introduzione di nuove prove, da una parte, per ridurre il divario tra i livelli di emissione di CO2 misurati in laboratorio e quelli rilevati su strada, dall’altra, per misurare le emissioni di ossido di azoto (NOx).
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Nonostante abbia accolto con favore i miglioramenti apportati in materia di emissioni dei veicoli nel post dieselgate, la Corte dei Conti europea solleva alcune perplessità e, in un documento di riflessione diffuso oggi e basato su informazioni accessibili al pubblico e sul lavoro di audit svolto nel settore di intervento in questione, rivela quelle che a suo avviso sono problematiche tutt’ora da superare. Pur con la consapevolezza che molte delle nuove norme introdotte non sono ancora pienamente vigenti, per cui è prematuro dare una valutazione definitiva, per la Corte il nuovo sistema di prove presenta alcuni problemi. “La Corte accoglie con favore il fatto che sono state prese misure – ha dichiarato Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile del documento di riflessione – ma potrebbero essere necessari molti anni per migliorare la qualità dell’aria dei centri urbani, dato l’elevato numero di autovetture altamente inquinanti ancora in circolazione. Sebbene siano stati richiamati finora oltre 10 milioni di veicoli, i limitati dati disponibili indicano che l’impatto sulle emissioni di NOx è stato modesto”.
Nel dettaglio, tra le problematiche sollevate dalla Corte nel documento c’è in primo luogo il limite massimo temporaneo delle emissioni di ossido di azoto, che anziché a 168 mg/km, poteva essere fissato a 128 mg/km, come inizialmente proposto; andrà valutata, poi, l’efficacia della vigilanza del mercato, che dipenderà da come sarà attuata dagli Stati Membri, e controllata la buona fede dei produttori, che potrebbero trovare nuovi modi per adattare le emissioni dei propri veicoli durante le prove. Il coinvolgimento di soggetti terzi per l’effettuazione delle prove potrebbe, inoltre, rivelarsi limitato a causa dei costi ingenti.