(Rinnovabili.it) – Colmare subito il ritardo accumulato sul decreto biometano. Questa la richiesta che giunge oggi dal settore delle rinnovabili e che fa luce su un provvedimento in apparenza finito nel dimenticatoio. Il decreto 5 dicembre 2013 che definisce le modalità di incentivazione del biogas immesso nella rete di distribuzione è entrato in vigore lo scorso 18 dicembre 2013. Ma a quasi un anno di distanza mancano all’appello due elementi fondamentali come ci spiega il Coordinamento Free, che sta mandando ancora più in confusione le aziende del comparto.
“Il primo elemento chiave – scrive Free in una nota stampa – è costituito da ulteriori provvedimenti sul biometano, che avrebbero dovuto essere emanati da istituzioni ed enti. Un ruolo di primo piano è stato affidato all’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi) che, anche nel caso del biometano, non ha rispettato le scadenze temporali richieste”. Scadenze che risalirebbero addirittura al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, che incaricava l’Authority, tra le altre cose di fissasse le caratteristiche del biometano (delibera rimandata al prossimo 31 ottobre). Stessa sorte per la delibera che deve stabilire come ripartire alcuni costi di connessione tra i soggetti produttori del biometano e i soggetti gestori delle reti di trasporto e di distribuzione del gas naturale.
“Il secondo elemento chiave, – continua il coordinamento – senza il quale è impossibile effettuare un’analisi seria e completa di fattibilità tecnico-economica, è rendere finalmente pubblico il valore dei cosiddetti certificati di immissione al consumo dei biocarburanti. Al valore di tali certificati è legato il livello di incentivazione del biometano impiegato come carburante per autotrazione […] Senza tale definizione, il settore rimarrà bloccato a tempo indeterminato”.