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Dal sorgo, una chance sostenibile per la produzione di biofuel

L’impiego di questa pianta permetterebbe di ridurre notevolmente l’emissione degli ossidi di azoto in atmosfera durante il processo di combustione

(Rinnovabili.it) – Il sorgo rappresenta un’opportunità “sostenibile” nella produzione di biocarburanti – è questa la tesi portata avanti da una ricerca USA condotta dalla Purdue University (insieme alla University of Nebraska, la University of Illinois e la Cornell University) e pubblicata recentemente sulla rivista “Biofuels, Bioproducts & Biorefining”. In particolare, secondo gli esperti il sorgo avrebbe le giuste caratteristiche per essere impiegato in una cultura bioenergetica: il loro impiego infatti, permetterebbe di ridurre notevolmente l’emissione degli ossidi di azoto in atmosfera durante il processo di combustione, che rimane ancora uno dei principali problemi degli attuali biocarburanti. “Il sorgo ha, in termini di biomassa, i giusti standard.” – ha sottolineato Cliff Weil, della Purdue University – “E’ una pianta erbacea annua della famiglia delle Graminacee e riesce a svilupparsi bene anche laddove le altre piante non crescono”. “Gli agricoltori – prosegue Weil – dovrebbero essere ben disposti a coltivare il sorgo, anche perché é una pianta con cui hanno familiarità”.

Questa pianta inoltre – sostengono i ricercatori – potrebbe già da subito beneficiare delle strutture attualmente usate per “processare” l’etanolo dal grano, sostengono gli scienziati. Secondo  Nick Carpita, professore di botanica e patologia vegetale della Purdue University:  “il Midwest è pronto ad ospitare un’industria di bioraffinazione del sorgo, gli attuali impianti di etanolo sono perfettamente in grado di lavorare questa nuova coltura bioenergetica”. Sull’impiego del sorgo per la produzione di biocarburanti si schiera a favore anche Farzad Taheripour, professore di economia alla Purdue: – “il sorgo come nuova coltura di biofuel potrebbe avere un impatto economico positivo sulle aree rurali più povere del paese dato che può essere coltivato anche nelle terre marginali e nelle zone aride del Paese.”