Costa Rica, dalle rinnovabili alle auto elettriche
(Rinnovabili.it) – Si è guadagnata le colonne dei giornali di tutto il mondo per aver utilizzato elettricità proveniente al 98% da energie rinnovabili negli ultimi due anni. Ora la Costa Rica vuole fare un passo avanti: implementare la mobilità sostenibile e le auto elettriche al punto da dotarsi del sistema di trasporti più verde del mondo.
La piccola Repubblica centroamericana è anni luce più avanti della maggior parte delle altre nazioni, siano esse in via di sviluppo o industrializzate. La decarbonizzazione è una realtà davvero a portata di mano da queste parti, ma prima è necessario dare una svecchiata al parco automobili, ancora prevalentemente legato ai combustibili fossili.
In Costa Rica ci sono oltre 1,5 milioni di veicoli per 4,7 milioni di abitanti, e il trasporto è responsabile di oltre la metà (54%) delle emissioni di CO2 del paese. Alcune politiche di promozione della mobilità elettrica sono attive da più di 10 anni, ma qualcosa è sempre andato storto: dal 2006, le auto ibride ed elettriche sono esentate da parte delle tasse di importazione, ma i costaricani restano diffidenti. Meno di 1.000 veicoli alternativi sono entrati nel paese negli ultimi dieci anni.
Le istituzioni pubbliche stanno cercando di far crescere questi numeri. Toccherà alle imprese pubbliche dare l’avvio al percorso: la società energetica nazionale (ICE), che genera il 65% dell’elettricità della Costa Rica e ha il controllo esclusivo della sua distribuzione, ordinerà 100 auto elettriche entro la fine dell’anno. Diversi enti statali se ne divideranno altre 124, in una campagna di comunicazione che coltiva la speranza di incuriosire le persone sui benefici della mobilità sostenibile.
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Ma il vero nodo da sciogliere è quello del trasporto pubblico: per anni non si è potuto implementare un sistema più ecologico, perché le autolinee del Costa Rica sono assegnate ai privati con licenze di 7 anni. Società che non hanno intenzione di spendere denaro per modernizzare il parco veicoli. L’ultimo rinnovo del contratto è del 2015, con il quale il governo ha chiesto che gli autobus siano conformi almeno alla normativa Euro 3, che in Unione Europea è stata introdotta nel 2000.
Ma il governo non si fa prendere dallo sconforto: il ministro per l’ambiente e l’energia ha chiesto alla Germania cinque bus elettrici in dono, per prestarli ai contractor privati che gestiscono il trasporto pubblico. L’idea è provare a fargli capire che le spese iniziali verranno compensate dai risparmi sul medio termine. A giugno, inoltre, si attende l’entrata in funzione del primo autobus a idrogeno del paese, costruito dalla società Astra Rocket.
Nel frattempo, al congresso vi sono due proposte di legge per la mobilità alternativa, che verranno discusse nei prossimi mesi: una chiede ulteriori sgravi fiscali sulle importazioni di auto elettriche, ordina alle istituzioni pubbliche di rinnovare il parco auto passando per una certa quota all’elettrico, crea una rete nazionale di stazioni di ricarica e propone che il trasporto pubblico privilegi i mezzi elettrici in futuro. L’altra proposta, invece, porterebbe a un divieto delle importazioni di auto fossili entro il 2030.