E' il primo sistema al mondo che consente di ricaricare veicoli elettrici senza la necessità di collegamenti alla linea elettrica. Non è un concept ma una realtà già operativa con autobus di linea nella città tedesca di Braunschweig
(Rinnovabili.it) – Le indiscusse potenzialità ambientali della mobilità elettrica urbana sono ormai un elemento noto agli addetti ai lavori e ai cittadini.
La loro lenta affermazione sembra essere un fenomeno inarrestabile, forse l’unico in grado di contrastare concretamente il crescente abbassamento della qualità della vita nelle nostre città. Uno degli elementi che frenano questa “rivoluzione” è la frequente necessità, per i trasporti pubblici, di realizzare linee aeree di alimentazione, o catenarie, impattanti per i nostri centri storici. A volte addirittura vietate.
Su questi presupposti la Bombardier, colosso internazionale della produzione di locomotive ferroviarie ed aerei, ha sviluppato un innovativo sistema, detto PRIMOVE, che consente la ricarica delle batterie per induzione magnetica, cioè senza collegamenti alla rete. Le stazioni di ricarica sono costituite da piastre complanari al rivestimento stradale ed in grado di trasmettere, in pochi secondi e quando il mezzo si trova sopra di essa, una grande quantità di energia capace di ricaricare le piccole batterie di bordo. Il sistema è finalizzato a garantire una limitata autonomia necessaria al raggiungimento della successiva stazione di ricarica, cioè una fermata. Non parliamo di fantascienza e neanche di realtà prototipale: il sistema messo a punto dalla Bombardier è operativo e, per la prima volta al mondo, già in esercizio con autobus elettrici che coprono una linea urbana a Braunschweig, cittadina nella bassa Sassonia. Avevamo seguito con grande interesse questo progetto fin dalla sua presentazione ad Augsburg, nel giugno del 2012, dove si annunciò la realizzazione del primo servizio operativo a Braunschweig dove siamo andati a costatare di persona.
E’ inutile dirlo: i tempi di realizzazione e le specifiche tecniche del sistema sono state rispettate.
Per capire meglio le potenzialità e le prospettive di questa nuova tecnologia, abbiamo incontrato il CEO della Bombardier Italia, l’ing. Luigi Corradi.
Mauro Spagnolo: La Bombardier è leader mondiale nei settori ferroviari e aereonautici. Perché ha deciso di occuparsi di sistemi di ricarica per veicoli elettrici?
Luigi Corradi: l’idea in realtà è nata proprio dallo sviluppo di un sistema ferroviario, ambito nel quale l’azienda ha maturato molta esperienza. In questo settore abbiamo rilevato una crescente richiesta di treni leggeri o tram che non abbiamo bisogno della catenaria, elemento di sempre più difficile inserimento nell’ambiente urbano. Basti pensare alle nostre numerose città d’arte e all’impatto che tali linee producono, in piena contrapposizione con le grandi potenzialità ambientali della viabilità elettrica.
MS: Quindi è stato il mercato stesso che vi ha portato a questa idea?
LC: Sì. Esattamente. La richiesta è stata: è possibile progettare un treno urbano che non abbia bisogno di alimentarsi da una linea aerea? Abbiamo allora sviluppato questa tecnologia, chiamata PRIMOVE, che si basa sul principio della trasmissione dell’energia elettrica per induzione. In realtà parliamo di una soluzione che può avere applicazioni diverse: sui treni, mezzi più vicini al nostro core business, ma anche per gli autobus, i camion fino ad arrivare ai minivan ed alle autovetture. Insomma parliamo di una tecnologia di propulsione che può essere tranquillamente applicata a tipologie di veicoli anche molto differenti tra loro.
MS: Si ha la sensazione, dopo aver scoperto le potenzialità tecnologiche e ambientali del sistema Primove, che le motivazioni che l’hanno generata e sostenuta nel suo percorso di sviluppo appartengano quasi a una “visione” dell’azienda…
LC: Effettivamente la tecnologia è nata da una sempre più diffusa sensibilità ai problemi ambientali da parte della nostra azienda. Questa sensibilità parte dall’attenzione alle emissioni dei nostri stabilimenti ed arriva alle caratteristiche dei prodotti che operano spesso negli ambienti urbani, cioè dove esistono maggiori criticità a livello ambientale. Concepire quindi prodotti con sempre più attenzione all’ambiente, diventa sicuramente un “valore aggiunto” per l’azienda che cerca di occuparsi di social responsibility anche in questo senso, ma poi diventa anche un plus competitivo in quanto se abbiamo a disposizione prodotti che limitano l’impatto ambientale siamo sicuri che, in futuro, saranno sempre più richiesti.
MS: Quali sono le previsioni di sviluppo di questa tecnologia nel mondo, e in particolare in Italia?
LC: Per il momento abbiamo focalizzato la nostra attenzione all’Europa guardando a progetti già esistenti come a Braunschweig, in bassa Sassonia. Ma stiamo studiando interessanti possibilità anche in Francia ed in Italia. Nel nostro paese in particolare esiste un mercato potenziale per gli autobus molto importante: esistono migliaia di mezzi diesel circolanti che meriterebbero di essere sostituiti con mezzi non inquinanti.
MS: Avete degli obiettivi numerici su questo mercato?
LC: Senza sognare troppo, ci piacerebbe nei prossimi due anni iniziare a vendere un centinaio di mezzi l’anno, obiettivi sicuramente compatibili con le attuali possibilità economiche degli Enti e propedeutiche allo sviluppo pieno e globale della tecnologia.
MS: Parliamo specificatamente dei vantaggi ambientali del sistema PRIMOVE.
LC: I vantaggi ambientali del sistema sono numerosissimi. Partiamo da quello più evidente: avendo la propulsione elettrica sposta la localizzazione dell’inquinamento fuori dalle città. Il secondo è un vantaggio sui consumi in quanto comunque, a parità di percorso e di persone trasportate, questa tipologia di trasporto consuma meno in termini assoluti. Il terzo vantaggio, intuitivo, è sul fronte dell’inquinamento acustico. A questo proposito sono stati recentemente effettuati alcuni studi che hanno dimostrato che un autobus elettrico di 12 metri è 10 volte meno rumoroso di uno convenzionale ed ha la stessa emissione acustica di una singola autovettura a propulsione termica.
MS: Quanto costa in più, al cittadino, questa tecnologia rispetto a quella convenzionale?
LC: Vorrei premettere che questa tecnologia sta muovendo i primi passi e quindi, una volta diffusa, avrà costi industriali sicuramente più bassi. Comunque non ha un incremento diretto del costo sul biglietto, e quindi sul cittadino, in quanto questi impianti vengono realizzati a fronte di investimenti pubblici sull’ambiente e sulla mobilità sostenibile.
MS: Possiamo immaginare, in futuro, che questa tecnologia possa superare il concetto delle piastre di ricarica isolate e trasformarsi in un sistema continuo di ricarica lungo l’intero percorso del mezzo?
LC: Questa è un’ipotesi possibile, ma ancora un po’ lontana nel tempo. Noi vediamo ancora necessario l’uso delle batterie per ridurre al minimo l’impatto ed i costi delle infrastrutture. Forse se si potesse immaginare la possibilità di intervenire in una città di nuova realizzazione, si potrebbero contenere i costi infrastrutturali e quindi aprire nuovi modelli di impianto. Comunque il sistema di alimentazione è tecnicamente già disponibile a diventare continuo e a rinunciare all’accumulo. Ma pensando alle città europee credo che le applicazioni più razionali siano attualmente quelle che si rifanno al modello che abbiamo realizzato qui a Braunschweig. Uno sviluppo che vediamo in un futuro imminente è l’adozione di batterie più “furbe” che, mantenendo inalterate le attuali prestazioni del mezzo, limitino il loro costo, peso e ingombro. Ci arriveremo presto e sarà un’ulteriore rivoluzione nel mondo dei trasporti urbani. (di Mauro Spagnolo)