E' stato battezzato "Progetto 130" e servirà a dimostrare la validità dei biofuel solidi e della moderna tecnologia dei motori a vapore, infrangendo il record mondiale di velocità per questi convogli
(rinnovabili.it) – Nasce con l’intento di realizzare il primo treno a vapore ad alta velocità e a zero emissioni la Coalition for Sustainable Rail (CSR), progetto scientifico avviato dall’Università del Minnesota in collaborazione con la Sustainable Rail International (SRI). Con il sostegno dell’Istituto per l’ambiente (Ione) e del Natural Resources Research Institute (NRRI), la coalizione cercherà di integrare il solido know-how in tema di biocarburanti dell’ateneo con le moderne capacità di progettazione di meccanica a vapore dell’SRI per sviluppare la più potente locomotiva a vapore ad oggi mai realizzata con un saldo ambientale vicino allo zero.
Il progetto ha un obiettivo semplice: dimostrare la validità dei biofuel solidi e della moderna tecnologia dei motori a vapore. La Coalizione metterà alla prova la tecnologia cercando di farle infrangere il record mondiale di velocità per questo tipo di convogli e raggiungere i 130 chilometri l’ora. Nonostante per i convogli elettrici si tratti di un traguardo superato da tempo (secondo le Specifiche tecniche di interoperabilità emanate dalla Bruxelles un TAV è tale se dotato di limite minimo di 250 km/h) per quelli che nell’immaginario comune sono solo reperti di archeologia industriale, si tratterebbe di un risultato eccezionale.
Similmente a quanto hanno fatto gli ingegneri modernizzando i millenari mulini a vento per creare le turbine eoliche ad alta prestazione di oggi, la RSI prenderà una locomotiva del 1937 per trasformarla nel primo convoglio a vapore al mondo alimentato con biocarburante. L‘Università delle Risorse Naturali del Minnesota Research Institute (NRRI) produrrà a partire dal materiale cellulosico un biocarbone caratterizzato da basse emissioni di zolfo e dall’assenza di emissioni di anidride carbonica che alimenterà il treno. Una serie di accorgimenti per migliorarne l’efficienza e l’impiego di materiali moderni di derivazione aeronautica, completeranno il lavoro, che i ricercatori hanno già ribattezzato “Progetto 130”. Una volta terminata però, la locomotiva avrà poco a che vedere con l’immagine delle tradizionali vaporiere: un sistema cogenerativo infatti recupererà il vapore per estrarne il calore e convertirlo in elettricità.