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Con l’aluminium-air battery l’auto elettrica è da record

Con l’aluminium-air battery l’auto elettrica è da record_301(Rinnovabili.it) – Si chiama aluminium-air battery, ed è capace di sospingere un’auto elettrica per la bellezza di 1600 chilometri.

 

La trovata è di Alcoa, produttore metallurgico con sede a New York, e dello sviluppatore israeliano di generatori Phinergy. La coppia di aziende propone per le auto elettriche una combinazione di batterie: la maggior parte dell’energia sarà fornita ancora da una ricaricabile al Li-ion (ioni di litio), come accade per i veicoli elettrici tradizionali. La aluminium-air è supplementare, e rende il mezzo capace di viaggiare per mille miglia di fila. Tutto grazie al fatto che questo tipo di generatori  è caratterizzato da un’alta densità energetica: 2 kilowattora per chilogrammo, ovvero circa 15 volte quella della controparte in Li-ion. La differenza sta nel fatto che l’aria incamerata dall’esterno fornisce l’ossigeno necessario alla reazione chimica, perciò uno degli elementi non deve essere contenuto nell’oggetto stesso. In questo modo si può fare a meno, nel processo di produzione, del peso dell’elemento e del suo contenitore.

L’unico problema è che il dispositivo non è ricaricabile. O meglio, non secondo modalità tradizionali. Non basta inserire una semplice spina, ma è necessario sostituire i piatti di alluminio. Uno spreco? Non del tutto: si tratta infatti di un materiale riciclabile al 100%. Una spesa? Nemmeno troppo, dato che l’alluminio è abbastanza economico. Secondo i produttori, l’automobile elettrica con una coppia di batterie (Li-ion e aluminuim-air) potrà assolvere a due diversi compiti: si servirà dell’alimentazione a ioni di litio per gli spostamenti su brevi distanze, che nel 95% dei casi sono inferiori ai 50 km. Nel momento in cui si rendesse necessario uno spostamento più lungo, ecco che la batteria aluminium-air potrebbe subentrare per supplire ai limiti della controparte. Dato che la maggior parte delle persone raramente viaggia su lunghe distanze, si stima che il cambio dei piatti potrebbe avvenire in media una volta l’anno.

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