Un rally raid da 3000 km attraverso il deserto australiano, da affrontare solo con l'energia del sole. Tra i team in gara, provenienti da oltre 20 paesi, c'è anche quello italiano
Partita la 15° edizione del Bridgestone World Solar Challenge, la più importante competizione riservata alle auto a energia solare
(Rinnovabili.it) – Inaugurato con la prima corsa del 1987, la Bridgestone World Solar Challenge (BWSC) è passata negli anni dall’essere il principale banco di prova per i veicoli alimentati ad energia solare ad evento sportivo di cadenza biennale tra i più particolari e seguiti d’Australia. Un Rally raid da ben 3000 km con partenza da Darwin, nel sud della nazione, e arrivo, circa 50 ore dopo, ad Adelaide, nel nord, attraverso il magico paesaggio del deserto australiano.
L’idea è in qualche modo imputabile all’esploratore danese Hans Tholstrup, primo al mondo ad aver circumnavigato l’intera nazione australiana a bordo di una barca aperta da 4,9 metri. Tholstrup, che già in diverse successive occasione aveva partecipato a competizioni motoristiche al volante di auto e camion, intuì a metà degli anni Ottanta l’importanza di ricercare e sviluppare tecnologie in grado di consentire un netto risparmio di carburante, concentrandosi in particolare sull’energia rinnovabile in sostituzione ai combustibili fossili. Sponsorizzato da BP, Tholstrup progettò la prima auto solare al mondo, in seguito battezzata The Quiet Achiever, al volante della quale percorse 4.052 km da Sydney a Perth in soli 20 giorni. L’impresa portò alla nascita del Bridgestone World Solar Challenge, inaugurata nel 1987 con la prima edizione e replicata ogni due anni fino ad oggi.
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L’edizione 2019 – la 15esima – ha preso il via lo scorso 13 ottobre e, salvo imprevisti, dovrebbe concludersi giovedì, stimando una velocità media mantenuta dai piloti di circa 90-100 kmh. Suddivisi in tre diverse categorie (Challenger, Cruiser e Adventure), sulla linea di partenza si sono schierate quest’anno oltre 40 squadre composte in prevalenza da studenti di scuole secondarie e università di tutto il mondo. Al volante delle auto a energia solare, gli equipaggi, composti da un minimo di due e un massimo di quattro piloti, devono essere completamente autosufficienti per l’intera durata della competizione, viaggiando ogni giorno fino alle 17:00 ed imbastendo in modo autonomo gli accampamenti per la notte lungo il percorso. Nell’elenco dei 21 paesi partecipanti, tra cui Stati Uniti, Australia, Svezia, Paesi Bassi e Giappone, c’è anche l’Italia, presente quest’anno con la già collaudata Emilia 4 dell’Istituto d’Istruzione Superiore Ferrari di Maranello e sviluppata dal team Onda Solare dell’Università di Bologna.
Oltre ad evento sportivo, il Bridgestone World Solar Challenge, va sottolineato, si dimostra un appuntamento di particolare rilevanza anche dal punto di vista dell’innovazione e della tecnologia basata sull’energia solare: “con i venti del cambiamento che si stanno radunando attorno al problema del surriscaldamento globale – ha dichiarato il direttore dell’evento Chris Selwood a inizio settimana – questa 15a edizione del Bridgestone World Solar Challenge è forse ancor più rilevante di quanto lo fosse stato la prima volta nel 1987.”
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