(Rinnovabili.it) – Diminuire la resistenza dell’acqua durante la navigazione vuol dire riuscire a consumare meno carburante e quindi produrre meno emissioni. E’ una sfida da giocare sul piano tecnologico e in cui si sono cimentati la Mitsubishi Heavy Industries (MHI) e società dei trasporti Nippon Yusen Kaisha (NYK); nel febbraio dello scorso anno le due società hanno annunciato l’intenzione di indagare l’efficacia di un sistema destinato a ridurre l’attrito tra fondo navale e mare e il risultato del lavoro di cooperazione si chiama MALS-14000 CS. Il nome sta per Mitsubishi Air Lubrication System – Nave container da 14.000 TEU (misura standard di volume nel trasporto dei container ISO) e indica il connubio tra la tecnologia di lubrificazione ad aria dell’azienda navale con la progettazione di un nuovo concept di scafo per navi container.
Nel dettaglio, il sistema impiega delle ventole poste sulla pancia dell’imbarcazione per creare uno strato di bolle d’aria sotto il fondo del serbatoio che diminuisce l’attrito tra scafo e mare. Da sola la tecnologia ha un potenziale di riduzione delle emissioni del 10%, ma il progetto ha combinato il sistema di lubrificazione con un design caso avanzato, un motore diesel a controllo elettronico, un impianto di recupero del calore di scarto e due nuovi motori nel tentativo d’ottenere un taglio della CO2 eq del 35%. I partner hanno già sperimentato la tecnologia delle “bollicine” sul “Yamatai”, un vettore della NYK-Hinod, e sono pronti a replicare con una nave container New Panamax di 14mila TEU, che disporrà di tutte le innovazioni sopracitate ed altri piccoli sistemi ecocompatibili compreso uno scrubb SOx per rimuovere l’ossido di zolfo dal gas di scarico, ed un impianto per il trattamento delle acque di zavorra. Inoltre i ricercatori stanno cercando di sviluppare superfici super-idrofobiche sul modello della felce d’acqua Salvinia molesta, specie vegetale in grado di rimanere completamente asciutta quando sommersa.