Arriva dal Giappone la nuova soluzione tecno-progettuale in grado di tagliare del 35% le emissioni di gas serra delle grandi navi container
Nel dettaglio, il sistema impiega delle ventole poste sulla pancia dell’imbarcazione per creare uno strato di bolle d’aria sotto il fondo del serbatoio che diminuisce l’attrito tra scafo e mare. Da sola la tecnologia ha un potenziale di riduzione delle emissioni del 10%, ma il progetto ha combinato il sistema di lubrificazione con un design caso avanzato, un motore diesel a controllo elettronico, un impianto di recupero del calore di scarto e due nuovi motori nel tentativo d’ottenere un taglio della CO2 eq del 35%. I partner hanno già sperimentato la tecnologia delle “bollicine” sul “Yamatai”, un vettore della NYK-Hinod, e sono pronti a replicare con una nave container New Panamax di 14mila TEU, che disporrà di tutte le innovazioni sopracitate ed altri piccoli sistemi ecocompatibili compreso uno scrubb SOx per rimuovere l’ossido di zolfo dal gas di scarico, ed un impianto per il trattamento delle acque di zavorra. Inoltre i ricercatori stanno cercando di sviluppare superfici super-idrofobiche sul modello della felce d’acqua Salvinia molesta, specie vegetale in grado di rimanere completamente asciutta quando sommersa.