(Rinnovabili.it) – I sistemi propulsivi potrebbero prendere spunto dagli insetti per rendersi ancora più efficienti ed ecologici. Un team di ricercatori dell’Università di Pisa sta studiando un modo per rivoluzionare l’alimentazione di sonde e satelliti spaziali ed è proprio all’entomologia che ha affidato il proprio approccio biomimetico. Grazie al progetto europeo PulCheR (Pulsed Chemical Rocket with green high performance propellants), finanziato con circa due milioni e mezzo di euro nell’ambito del 7° Programma Quadro, ALTA SpA (spin-off dell’Università di Pisa), il Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Ateneo e altri sette partner hanno messo insieme le rispettive competenze per studiare come “ripulire” la propulsione spaziale. “Le competenze chimiche all’interno del progetto riguardano la progettazione e la preparazione di catalizzatori adatti a propulsori sia monopropellente che bi-propellente”, ha spiegato la professoressa Daniela Belli dell’Università di Pisa, che lavora a PulCheR insieme al professor Luca Labella con la collaborazione della dottoressa Sara Dolci.
Nel dettaglio, il progetto, che ha preso il via a gennaio 2013 e durerà tre anni, mira a sviluppare razzi in grado di funzionare con propellenti più ecologici rispetto a quelli attualmente usati (alcuni dei quali, come l’idrazina, hanno un alto potenziale tossico e cancerogeno) pur mantenendo elevate le prestazioni del motore. In loro aiuto viene il coleottero bombardiere, un insetto dotato di un particolare meccanismo di difesa: se disturbato espelle in modo esplosivo un miscuglio di sostanze irritanti derivate dalla decomposizione dell’acqua ossigenata prodotta da ghiandole addominali. “Con PulCheR – ha concluso Daniela Belli –, vogliamo realizzare un sistema di propulsione analogo in cui la spinta sia generata da tanti piccoli impulsi che si ottengono iniettando a bassa pressione e ad alta frequenza i propellenti nella camera di combustione“.