Arthur Wellinger (EAB): “La situazione italiana, in particolare nel Nord Italia è ideale per lo sviluppo del biometano, grazie alla ramificazione dei gasdotti e all’opportunità di convogliare il gas verde nelle reti comuni"
(Rinnovabili.it) – Il biometano rappresenta una risorsa importante per lo sviluppo energetico dei paese. Lo sa bene la Germania che oggi produce 85 metri cubi l’ora di biogas e mira a toccare la quota dei 6 miliardi di metri cubi entro il 2020. L’Italia con i suoi 39 metri cubi/h ha ancora un lungo percorso da compiere e potenzialità da sfruttare. La questione è stata affrontata durante la Prima Giornata nazionale del biometano in un seminario ospitato dal Salone Bioenergy della veronese Fieragricola.
La sessione è stata l’occasione per valutare quale opportunità offra alla filiera agricola nostrana questa tipologia di biocarburante, soprattutto in vista delle previsioni europee che vogliono, in meno di un decennio, il raggiungimento di quasi un milione di tonnellate di petrolio equivalente per il comparto. Per dar forma ad un disegno così ambizioso l’Unione europea ha messo sul piatto oltre 730 milioni di euro, per il piano Intelligent Europe Energy, stimolo concreto ad un settore che ha da sempre la piena fiducia di Bruxelles.
“La situazione italiana, in particolare nel Nord Italia – afferma Arthur Wellinger, presidente dell’Associazione europea biogas (Eba) – è ideale per lo sviluppo del biometano, grazie alla ramificazione dei gasdotti e all’opportunità di convogliare il gas verde nelle reti comuni”. L’Eba è una delle realtà promotrici di Green Gas Grids, un progetto che coinvolge 13 partner internazionali (fra cui il Consorzio italiano biogas), con l’obiettivo di incentivare la produzione di biometano e l’immissione nelle reti.