(Rinnovabili.it) – Quasi 400 milioni di metri cubi di gas in Italia aspettano solo di essere trovati e messi a frutto. E per poterli utilizzare non è necessario bucare neppure un centimetro di suolo. E’ il giacimento virtuale di biometano nascosto in scarti organici e fanghi di depurazione. Rifiuti che possono trasformarsi in una risorsa preziosa, scrollandosi da dosso per sempre l’etichetta di problema.
A valutare il potenziale inespresso del biometano “made in Italy” è la società Althesys che in un nuovo report ha analizzato benefici e ricadute di questa operazione.
“L’utilizzo di sottoprodotti di provenienza diversa, come ad esempio la FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) e i fanghi di depurazione, può integrare quella agricola e permette significativi benefici ambientali”, si legge nel rapporto. “Questo tipo di soluzione è win-win, cioè doppiamente vincente, perché consente da un lato di ridurre il ricorso alla discarica e dall’altro di riutilizzare la risorsa in chiave di valorizzazione energetica”.
Per la cosiddetta frazione “umida” da raccolta differenziata (circa 5,7 milioni di tonnellate nel 2014) la produzione di biometano rappresenta ancora una destinazione marginale (450.000 di tonnellate), ma l’analisi prevede un futuro aumento capace di raggiungere 205 milioni di metri cubi. Qualora venisse utilizzata per fare il “pieno” ai veicoli, si potrebbero percorrere circa 2,4 miliardi di km annui, cioè l’equivalente di circa 95.000 auto (percorrenza media annua 25.000 km).
Il tema dei fanghi di depurazione, il cui smaltimento comporta costi significativi e che spesso finiscono in discarica, presenta complessità maggiori. Il potenziale stimato di produzione di biogas da questo feedstock è inferiore a 300 milioni di metri cubi (fonte Enea), un dato sottostimato, sia per evoluzione tecnologica che per carenze impiantistiche della depurazione in Italia, mentre la produzione sarebbe di circa 170 milioni di metri cubi, ovvero un quantitativo che consentirebbe di percorrere circa 1,9 miliardi di chilometri l’anno, cioè l’equivalente della strada percorsa da circa 75.000 auto.