È nata la Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano. Obiettivo: rendere l’Italia leader nella produzione di questo biocarburante
(Rinnovabili.it) – L’Italia possiede un ottimo primato nel settore del biogas agro-zootecnico: siamo il secondo mercato europeo dopo la Germania, e il terzo a livello mondiale dopo la Cina. Prendendo in considerazione la sola produzione di energia elettrica rinnovabile, il settore della ‘digestione anaerobica’ è in grado di innescare al 2020 un valore economico di 3,2 miliardi di euro al netto degli incentivi (dati Althesys ).
E il potenziale da mettere a frutto nel futuro prossimo permetterà di consolidare ulteriormente la leadership nostrana. Ne è sicura anche la neo nata Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, nuovo organo che unisce industria, trasporti, settore agricolo, utilities ed associazioni ambientaliste su un unico obiettivo: far sì che l’Italia diventi uno dei più promettenti produttori di questo carburante.
Ma se sul biogas in generale il Belpaese ha radici forti, sul biometano mancano ancora alcuni punti regolamentari necessari per dare il via ai progetti e sostenere l’operatività del settore.
La Piattaforma ha debuttato a Ecomondo con la firma di un manifesto programmatico in cui raccoglie una serie di azioni, volte al consolidamento e allo sviluppo della produzione di biometano italiano. Secondo i firmatari della Piattaforma, il cui coordinamento è affidato a CIC, Consorzio Italiano Compostatori e CIB, Consorzio Italiano Biogas l’Italia, “con un adeguato sistema legislativo a supporto, sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 8,5 miliardi di metri cubi di biometano al 2030”.
Con la condizione sine qua non che il potenziale dell’agricoltura italiana nei mercati alimentari non venga toccato. La Piattaforma si impegnerà a valorizzare le soluzioni tecnologiche innovative del comparto (come il primo distributore di metano prodotto da acque reflue) ma chiede che vengano implementate una serie di azioni per supportare lo sviluppo del settore.
Le principali azioni sono:
Rivedere l’intervallo temporale per l’accesso agli incentivi;
- Prevedere entro il 2030 un target annuo minimo di immissione di biometano in rete pari ad almeno il 10% del metano immesso in rete nello stesso periodo;
- Prevedere un sistema di contabilizzazione che valorizzi la capacità delle imprese agricole e degli impianti di digestione anaerobica e compostaggio di sequestrare la CO2 in atmosfera;
- Istituire un Registro delle Garanzie di Origine del biometano per sviluppare un mercato attivo di scambi che faccia emergere il legame di valore tra biometano ed emissioni evitate di carbonio;
Modificare la regolamentazione del mercato dei CIC (certificati di immissione in consumo).