(Rinnovabili.it) – Utilizzare la biomassa al posto del petrolio. L’obiettivo non è nuovo per le forze armate statunitensi, in perenne ricerca di metodi per vincere la battaglia dell’autosufficienza energetica. Ecco perché non deve sorprendere sapere che il National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia (DOE), in collaborazione con la Marina e due società, la Show Me Energy Cooperative e la Cobalt Technologies, è attualmente al lavoro per realizzare fuel jet di ottima qualità ed a un prezzo economico a partire dall’erba paglia o panico verga, una delle specie vegetali dominanti delle praterie di erba alta nell’America settentrionale.
Si tratta di uno dei quattro progetti finanziati di recente dal DOE come parte degli sforzi dell’Amministrazione Obama per sostenere i biocarburanti rinnovabili come alternativa “domestica” per gli aerei e i veicoli, sia militari che civili.
In questo caso la biomassa vegetale, fornita da Show Me Energy Cooperative di Centerville, viene trattata nel digestore enzimatico in possesso al NREL per scinderla in zuccheri semplici. Il processo del laboratorio combina insieme diverse fasi, dal pretrattamento, all’idrolisi enzimatica, fino alla fermentazione batterica e, grazie al brevetto tecnologico concesso dalla Cobalt Technologies alla Navy, gli zuccheri vengono trasformati in butanolo da cui si ottiene carburante JP5. Il processo, spiega gli scienziati del NREL, dovrebbe tradursi in una riduzione del 95% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto alla attuale produzione di carburante per velivoli militari.
“Tutto ciò può davvero costituire un passo importante negli sforzi per continuare a spostare la nazione dal petrolio alle risorse della biomassa”, spiega Dan Schell, manager del NREL. I risultati dei test, attualmente in svolgimento, contribuiranno a determinare se il processo è pronto per il debutto su scala commerciale. Se è così, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e il Dipartimento della Difesa aiuteranno le imprese private a realizzare le enormi bioraffinerie necessarie.