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Biofuel per aerei dalla paglia grazie al lavoro dei funghi

Biofuel per aerei dalla paglia grazie al lavoro dei funghi

 

 

(Rinnovabili.it) – Alla Washington State University hanno messo a punto un processo per ottenere biofuel per aerei impiegando come materia prima rifiuti organici in decomposizione. Il “segreto” della nuova ricetta – creata dall’ingegnere Birgitte Ahring e dal suo team – è un fungo e più precisamente l’Aspergillus carbonarius ITEM 5010. Questo micete si trova comunemente nelle foglie in decomposizione, nel suolo o nella frutta marcia; cambiandogli la normale “dieta” di questo aspergillo con farina di avena, paglia di grano e avanzi non commestibili della produzione di mais, i ricercatori della Washington State University sono riusciti ad ottenere idrocarburi simili impiegati nei fuel–jet.

 

In realtà i funghi sono da ben un decennio parte integrante della ricerca mondiale dei biofuel, essendo, al pari dei batteri, dei produttori di enzimi chiave nella conversione della biomassa in zuccheri utili. Nel tempo alcuni scienziati sono stati in grado di dimostrare il ruolo dei miceti nella sintesi dei “mattoni” dei carburanti tradizionali, ma la ricerca si è limitata da sempre su una singola specie micotica. Il gruppo di Ahring, dopo una serie di successi, anche commerciali, con il genere Aspergillus funghi nella produzione di enzimi e altri prodotti utili, ha deciso che fosse arrivato il momento di guardare e di testare l’A. carbonarius nel settore dei biocarburanti. I ricercatori stanno ora lavorando per ottimizzare la produzione micotica e migliorare i percorsi biochimici attraverso l’ingegneria genetica. Hanno già ottenuto mutanti con un livello di produzione più alto e sono impegnati ora a migliorare questi ceppi utilizzando un gene che codifica per gli idrocarburi, specifico dei batteri. “E’ un settore molto promettente”, ha commentato Ahring. “Penso che i combustibili a base di funghi siano qualcosa che diventerà realtà a breve. Si tratta di una grande opportunità”.

Il lavoro è stato pubblicato nell’ultimo numero della rivista scientifica Fungal Biology.

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