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Bioliquidi, alla certificazione di pensa ICIM

(Rinnovabili.it) – Il settore dei biocarburanti e dei bioliquidi si sta muovendo in linea con gli obiettivi di Kyoto. Lo confermano i dati, che vogliono il comparto italiano al quarto posto a livello europeo, con un fatturato che tocca i 2 miliardi di euro all’anno e una capacità produttiva annua di oltre 2 milioni di tonnellate.

Ma per andare avanti bisognerà aspettare agosto, scadenza ultima entro la quale i produttori di biodiesel e bioliquidi dovranno aver ottenuto la certificazione di sostenibilità e tracciabilità del processo produttivo, documento reso obbligatorio dalla Direttiva RED 2009/28, necessario per accedere al futuro sistema degli incentivi.

In Italia l’unico organismo riconosciuto in grado di consegnare la certificazione è ICIM, ente di certificazione indipendente, protagonista anche di un accordo di cooperazione che lo autorizza al rilascio della certificazione europea.

Nel decreto Decreto 23 gennaio 2012 del Ministero dell’Ambiente, stabilito di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico e con quello delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali oltre alla sostenibilità e alla tracciabilità è richiesta la conferma dell’effettiva riduzione della CO2 nel corso del processo produttivo.

Lo schema ICIM RED, sviluppato seguendo i principi della Direttiva europea di riferimento, è stato presentato a Bruxelles ed è attualmente in attesa di riconoscimento da parte della Commissione europea. Mentre si aspetta la conferma ICIM ha stretto un accordo con ISCC – International Sustainability & Carbon Certification, uno dei primi schemi europei qualificati, ed è diventato Cooperating Certification Body per lo schema ISCC sui bioliquidi e biocarburanti.

 

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