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Biofuel dalla paglia di mais, un’opzione su cui vale la pena scommettere

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Biofuel dalla paglia di mais, un’opzione su cui vale la pena scommettere

 

(Rinnovabili.it) – Nonostante le evoluzioni dell’industria dei biofuel, oggi il mais è ancora una delle materie prime per la produzione di bioetanolo. Una nuova ricerca della Purdue University spiega però che fabbricare biocarburanti a partire dai rifiuti di questa coltura rappresenta una soluzione decisamente migliore, sia sotto il profilo della competizione alimentazione/energia che sotto quello economico. Gli scienziati dell’ateneo hanno studiato da vicino le potenzialità connesse alla produzione dei bioetanolo dalla paglia di mais, ovvero ciò che rimane del cereale una volta raccolto. “Se i biocarburanti di seconda generazione divenissero economicamente sostenibili e una massiccia quantità di biocarburanti venisse prodotta dai residui agricoli, potrebbe determinare un forte impatto sui mercati delle materie prime agricole”, ha commentato Wallace Tyner, co-autore della ricerca.

 

Lo sviluppo di biocarburanti di seconda generazione è di fondamentale importanza per far progredire l’industria dei biofuel, spiegano gli scienziati. I giusti progressi nella tecnologia e un adeguato supporto governativo potrebbero far sì che lo sfruttamento della paglia del mais influenzi la redditività della produzione del mais stesso rispetto ad altre piante così come le pratiche di rotazione delle colture. Per determinare la fattibilità di un mercato di biofuel dalla paglia e in che misura inciderebbe sulla rotazione mais-soia negli Stati Uniti, gli scienziati hanno sviluppato un modello di equilibrio parziale e un modello di programmazione lineare, determinando che basterebbe un sussidio di 1,01 dollari al gallone per il biofuel così prodotto, per sostenere il mercato.

 

D’altra parte la tecnologia esiste già e un team della Washington State University ha addirittura messo a punto un processo per ottenere biofuel per aerei dalla paglia. Come? Impiegando dei miceti per la produzione di enzimi adatti alla fermentazione della cellulosa.  Il protagonista della ricerca si chiama Aspergillus carbonarius ITEM 5010, un fungo che si trova comunemente nelle foglie in decomposizione, nel suolo o nella frutta marcia; cambiandogli la normale “dieta” di questo aspergillo con farina di avena, paglia di grano e avanzi non commestibili della produzione di mais, i ricercatori della Washington State University sono riusciti ad ottenere idrocarburi simili impiegati nei fuel–jet.

 

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