(Rinnovabili.it) – I ricercatori argentini dell’Universidad Nacional del Litoral (UNL) hanno progettato un processo per trattare le acque reflue industriali che derivano dalla produzione di bibite gassate e di birra da utilizzare poi come materia prima per ottenere biofuel.
La ricerca per il momento sta utilizzando tutte quelle bottiglie che per vari motivi non possono essere messe in commercio e il cui contenuto fino ad oggi veniva riversato negli scarichi. Il gruppo di ricerca dell’Instituto de Desarrollo Tecnológico para la Industria Química (Intec) insieme alla Facoltà di Ingegneria e Scienze dell’Acqua guidato da Miguel Isla ha progettato un processo per trattare le acque reflue dell’industria alimentare per la produzione di alcol, aceto e biossido di carbonio.
Come riporta un articolo dell’Agenzia per la diffusione della scienza e della tecnologia (DiCYT), smaltire questi scarti non è sempre semplice perché il potere zuccherino della soda è circa 250 volte più inquinante degli scarti fognari. Questo è dovuto all’elevato contenuto di zucchero mente nella birra il potere inquinante è determinato dall’alcol etilico.
“Stiamo brevettando un processo che simultaneamente tratti e valorizzi gli scarti. Offre alternative distinte e così una fabbrica di birra potrebbe utilizzare parte delel loro acque reflue per la produzione di aceto, di alcool e altri prodotti” ha dichiarato Isla. Per quanto riguarda invece ottenere biocarburanti dagli scarti della birra il ricercatore ha commentato “la prima possibilità è quella di rimuovere l’etanolo con una semplice operazione come la distillazione. Si scalda, si elimina l’alcol che si condensa e può essere recuperato” per poi passare all’impiego della materia come base del biofuel.