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Bioenergie: i rifiuti organici diventano fertilizzante

(Rinnovabili.it) – Al momento le bioenergie rappresentano oltre i due terzi del totale delle energie rinnovabili in Europa. All’interno del settore di competenza l’intenso uso di biogas sta aprendo la strada a sempre nuovi utilizzi, e non sempre è la biomassa a giocare il ruolo più importante. Negli impianti di produzione il biogas può essere prodotto utilizzando numerose matrici ma i materiali organici sono essenziali come substrati per la generazione di biogas, oltre che il punto di partenza fondamentale per il processo di produzione. I tipi di materiale utilizzato vanno dai rifiuti domestici organici, al verde e agli scarti vegetali, ai fanghi di depurazione comunale, alle colture energetiche (mais, erba, miglio) e ai rifiuti alimentari industriali.

 

A questo proposito l’Istituto basco per la ricerca agricola e lo sviluppo, Neiker-Tecnalia, e la società di Guipuzkoa Ekonek progettano di costruire un impianto pilota per il trattamento di rifiuti organici da trasformare in fertilizzanti ad alto valore aggiunto. L’impianto sarà situato su terreni agricoli di Arkaute, Paesi Baschi, e il progetto si avvarrà di materiale organico ottenuto dal processo di digestione anaerobica, che consiste nel sottoporre il materiale ad un processo di decomposizione in assenza di ossigeno dal quale poi si ottiene il biogas e il digestato. La Neiker-Tecnalia sta progettando di utilizzare il digestato per trasformarlo in fertilizzante organico di alta qualità che potrebbe essere dieci volte più produttivo rispetto ai normali fertilizzanti.

 

Il fertilizzante si ottiene attraverso un processo noto come idrolisi chimica, seguita da un processo di granulazione. Ottenere un prodotto sotto forma di piccoli granuli significa ottenere vantaggi significativi per il trasporto e lo stoccaggio, e per gli aspetti pratici nel momento dell’utilizzo.

Gli esperti ritengono che l’impianto sarà in grado di trattare circa 28.000 tonnellate di digestato all’anno, che produrranno circa 9.200 tonnellate di fertilizzante grazie anche al sostegno dell’europa che finanzia il progetto con 1,5 milioni di euro.

 

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