Per contrastare la crisi dell’esportazione, l’Indonesia annuncia il programma B40 per aumentare la percentuale bio nel suo diesel.
(Rinnovabili.it) – A novembre, l’Unione Europea ha deciso di istituire delle tasse sulle importazioni del biodiesel indonesiano, dando così un ulteriore colpo ai produttori asiatici dopo che, a marzo, i 28 Stati membri avevano stabilito che l’olio di palma sarebbe dovuto essere gradualmente eliminato dai carburanti per la mobilità sostenibile. I dazi, che per consuetudine rimangono in vigore cinque anni, sono stati fissati tra l’8% e il 18%.
La ragione dell’imposta sul biodiesel dipende da un sistema di sussidi, di cui dispone l’Indonesia, considerato ingiusto dall’Unione Europea. Secondo la Commissione, infatti, i produttori indonesiani hanno venduto a prezzi ingiustamente bassi grazie al beneficio tratto da sovvenzioni, agevolazioni fiscali e accesso a materie prime al di sotto dei prezzi di mercato. Ciò avrebbe rappresentato una vera e propria concorrenza sleale per i produttori dell’eurozona. L’UE, insieme alla Cina, è uno dei maggiori mercati per le esportazioni di biodiesel e, per tutta risposta, il governo indonesiano ha minacciato di imporre dei dazi doganali sui prodotti lattiero-caseari europei.
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Ma non solo. La strategia a medio e lungo termine dell’Indonesia viene annunciata oggi, e riguarda l’attuazione di un programma di produzione di biodiesel B40 (carburante con una percentuale di bio-contenuto del 40%) tra il 2021 e il 2022, volto ad aumentare la percentuale di olio di palma all’interno del carburante.
La ragione addotta dal presidente indonesiano Joko Widodo è quella secondo cui, aumentando la percentuale di prodotto bio nel carburante, si possa sostenere il mercato e la domanda dell’olio di palma, che a causa delle politiche ambientali europee rischia una grave crisi delle esportazioni ma che rappresenta, allo stesso tempo, la principale fonte di ricchezza di paesi come Indonesia e Malesia. Il presidente vede il programma B40 sul biodiesel, dunque, come un modo per compensare l’attuale deficit. Addirittura, nei piani del paese ci sarebbe quello di raggiungere una percentuale del 50% nel biodiesel, ma Widodo ha sottolineato che l’Indonesia potrebbe non disporre di una quantità sufficiente di olio di palma per andare oltre il 50% di contenuto biologico.
Nel 2017, l’Indonesia aveva lanciato un sistema di reimpianto di palma per raddoppiare la produttività dei piccoli agricoltori e aveva pianificato di sostituire i vecchi alberi in oltre 2,4 milioni di ettari entro il 2025. Tuttavia, un funzionario del governo ha dichiarato a settembre che il paese può ripiantare solo 180.000 ettari di superficie di piantagione all’anno, a causa delle difficoltà incontrate dai piccoli proprietari nell’ambito della certificazione di sostenibilità.