La ricerca sui bio-carburanti è sempre in fermento. Negli Stati Uniti alcuni ricercatori dell’ “University of Connecticut” hanno scoperto che la Cannabis sativa, conosciuta comunemente come canapa industriale, possiede delle efficienti proprietà per la produzione di biodiesel.
“Spesso la coltivazione di piante finalizzate a combustibili sostenibili è stata in contrasto con l’etica e la morale, che considerano errata tale produzione a scapito dei prodotti alimentari – le parole di Richard Parnas, professore di chimica che ha condotto questo studio – Tuttavia l’uso della canapa e quindi non un prodotto alimentare, come possono essere soia, colza, olive e arachidi rende più facile tale scelta. A sostegno di ciò c’è la capacità della pianta di crescere in terreni fertili, riducendo così l’uso dell’acqua ”.
La canapa industriale, cresciuta in tutto il mondo, è quasi sempre stata usata per la fabbricazione di cordami e abbigliamento. Dalla metà del secolo scorso l’avvento delle fibre sintetiche ha ridotto l’impiego della canapa. Anche se in flessione in alcune zone del mondo si affidano ancora all’utilizzo della canapa, favorito dallo scarso bisogno di acqua e di fertilizzanti. Tuttavia i semi, posseduti nella pianta, vengono solitamente scartati e Parnas ricorda che questo scarto, contente oli naturali, potrebbe essere trasformato in combustibile.
Con l’aiuto del suo studente Si-Yu Li e i colleghi James Stuart e Li Yi, Parnas ha usato olio di semi di canapa per creare biodiesel tramite un processo standardizzato chiamato transesterificazione. Il biodiesel ottenuto ha mostrato un’elevata efficienza di conversione (97% di olio di canapa trasformato in biocarburante) e la possibilità di essere impiegato a temperature più basse rispetto agli altri biodiesel in commercio.
Pur sapendo che la coltivazione di canapa è illegale negli Stati Uniti, Richard Parnas e suoi collaboratori si auspicano che tale lavoro incentivi ad investire sul biodiesel da canapa. Comunque Parnas differenzia la cannabis dalla canapa industriale, affermando che quest’ultima contiene nei suoi fiori meno dell’1% di sostanze chimiche psicattive rispetto alle altre piante della stessa famiglia, che ne contengono fino al 22%.
Inoltre gli stessi scienziati hanno in progetto quello di costruire un reattore in grado di generare 200.000 litri di biodiesel all’anno.