Al via la realizzazione di una bioraffineria che a regime produrrà 3,5 milioni di litri di biodiesel l'anno utilizzando come materia i prima i rifiuti solidi municipali
Inoltre, spiega Oliver Hoffman, direttore di WastetoDiesel, il biodiesel derivato ha prestazioni superiori a quello tradizionale, ed è in grado di estendere del 30 per cento la vita dei motori, in quanto non contiene zolfo e solfati come gli idrocarburi tradizionali, rendendo la combustione più pulita e più efficiente. Dalla centrale produttiva uscirà un biofuel adatto a qualsiasi veicolo a motore, che non avrà bisogno pertanto di componenti modificati per il funzionamento. “La qualità del biodiesel supera gli standard europei, che sono oggi i più severi al mondo, soddisfando nel contempo alti standard di qualità”. Per l’estrazione dell’olio dai rifiuti l’impianto impiega una tecnica chiamata “rottura molecolare” che simula i processi naturali di produzione di petrolio, ma ad un ritmo accelerato. “Una volta selezionati, i rifiuti solidi sono introdotti in un serbatoio dove vengono miscelati con un olio. La biomassa viene estratta meccanicamente da una turbina che compie oltre mille 200 giri al minuto, mentre un catalizzatore rompe le catene molecolari della spazzatura prima di essere riscaldata a 280 gradi centigradi”.