Messi a confronto una serie di carburanti sul rilascio delle particelle ultrafini nel processo di combustione
(Rinnovabili.it) – Una volta esausto, il biodiesel ottenuto dall’olio di colza puro è più dannoso per le cellule epiteliali umane del diesel tradizionale. Questa la preoccupante scoperta di uno studio congiunto tra Telethon Kids Institute, Curtin University, Princess Margaret Hospital for Children e l’University of Western Australia. La ricerca pubblica in questi giorni sulla rivista scientifica Environmental Toxicology, spiega come lo scarico di questo particolare biofuel danneggi l’organismo umano e più precisamente il rivestimento cellulare delle vie aeree e dei polmoni.
Gli scienziati hanno rilevato, infatti, che la dimensione ultrafine delle particelle del gas di scarico di questo carburante possa portare a problemi respiratori. Nel dettaglio è stata esaminata la reazione delle cellule epiteliali con scarichi diluiti di quattro combustibili: diesel a basso contenuto di zolfo, olio di colza non trattato, biodiesel al 100 per cento ottenuto dalla colza (B100) e una miscela 20/80 per cento di olio di canola e diesel a basso contenuto di zolfo (B20) .
“Diversi tipi di carburante, nelle stesse condizioni di combustione, hanno prodotto significative differenza negli scarichi e particelle dalle diverse caratteristiche delle particelle”, spiega Alexander Larcombe, professore associato del Telethon Kids Institute. Il risultato? Lo scarico dell’olio di colza puro contiene maggiori quantità di monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), biossido di azoto (NO2) e biossido di zolfo (SO2) rispetto agli altri ma una minore quantità di ossido nitrico (NO). Analizzando invece la produzione di particolato, i ricercatori hanno scoperto che tra i combustibili testati, il B100 e B20 contenevano il maggior numero di particelle ultrafini.