Centinaia di milioni di dollari di investimento per costruire in Olanda un impianto per produrre biocarburanti destinati a ridurre le emissioni di CO2 di 2,8 milioni di tonnellate ogni anno. Il progetto prevede anche che l’anidride carbonica prodotta sia catturata e stoccata sotto il Mare del Nord
di Andrea Barbieri Carones
(Rinnovabili.it) – La Shell ha annunciato la costruzione di un impianto per produrre biocarburanti. Situato vicino a Rotterdam, in Olanda, è progettato per produrre 820.000 tonnellate accanto a una raffineria di petrolio, in parte riconvertita per obiettivi più green. Una volta terminata, la struttura sarà una delle più grandi d’Europa nella produzione sia di biocarburanti per il settore aeronautico sia di gasolio proveniente da rifiuti come grassi animali o oli da cucina esausti.
Per capire l’importanza di questo investimento – il cui ammontare non è stato reso noto da Shell, che si è limitata a dire che richiederà “centinaia di milioni di dollari” – basti pensare che il biodiesel in esso prodotto sarà sufficiente per evitare l’emissione di 2,8 milioni di tonnellate di CO2. Ogni anno. In pratica, è come se si togliessero dalle strade 1 milione di auto.
Questo nuovo impianto per biocarburanti aiuterà l’Olanda e il resto d’Europa a raggiungere gli obiettivi di emissioni di CO2 imposti dalla UE. Ma non solo. Aiuterà anche la stessa Shell ad avvicinarsi all’obiettivo di diventare una azienda “emissioni zero” entro il 2050. Tutto ciò in parallelo all’impegno globale di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.
Un impegno ambizioso, quello di Shell, che si baserà su avanzate tecnologie di sintesi dei biocarburanti. Una su tutti: la possibilità di catturare le emissioni di carbonio derivanti dal processo produttivo e immagazzinarle in un giacimento di gas (ora vuoto) situato sotto il Mare del Nord.
Green a 360 gradi: dai biocarburanti al CO2 convogliato sotto il mare del nord
Il CO2 sarà convogliato verso questo spazio situato a una decina di chilometri dalla costa e 3 chilometri sotto il fondo del mare. Il tutto secondo il progetto Porthos, che coinvolge i porti di Rotterdam, Anversa e Gent e che prevede, a regime (entro il 2030) di immagazzinare oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. CO2 che verrà raccolto dall’aria tramite ventole ad hoc e convogliato sotto il mare.
Ritornando a Shell, la sua strategia ambientale prevede la trasformazione delle sue 14 raffinerie in 5 impianti energetici e chimici. La conseguenza è che l’azienda, che per gli automobilisti è uno storico marchio di carburanti, entro il 2030 taglierà del 55% la produzione di carburanti tradizionali per concentrarsi sulla sintesi di quelli a basso contenuto di carbonio. Come i biofuel per il trasporto stradale e aereo e come l’idrogeno.
Questo nuovo impianto in Olanda sarà il secondo messo in campo da Shell, dopo quello lanciato a luglio 2021 nella regione della Renania, nella zona est della Germania. Inizierà la sua attività nel 2024.
Una nota della stessa Shell precisa che poco più della metà delle 820.000 tonnellate di biocarburanti prodotti saranno destinati al mercato aeronautico. Il rimanente sarà costituito da biodiesel. Sempre ricordando che tali percentuali potrebbero cambiare in base alla domanda dei clienti.