Una ricerca belga studia come integrare negli impianti petrolchimici un nuovo processo di bioraffinazione della cellulosa
Riciclare i rifiuti vegetali in benzina direttamente dentro le raffinerie di petrolio
(Rinnovabili.it) – L’Opec l’ha ricordato con parecchia enfasi nel suo report annuale: la benzina non scomparirà tanto presto. Con una produzione mondiale di petrolio destinata a raggiungere nuovi picchi nei prossimi cinque anni, questo carburante continua ad assicurarsi una vita lunga e prosperosa. Ma se per produrlo si potesse alleggerire l’impronta ecologica, ricorrendo all’aiuto dei rifiuti vegetali? L’opzione è già realtà livello di laboratorio ma gli ingegneri di Bioscience presso la KU Leuven, in Belgio sono oggi impegnati a portare il processo su scala industriale. Il team, guidato dal professor Bert Sels, era riuscito già nel 2014 a convertire con efficienza la cellulosa della segatura in catene di idrocarburi. Il passo successivo è ora quello di integrare il processo direttamente negli impianti di raffinazione esistenti per rispondere al target del 10% di carbonio d’origine “bio” richiesto dalla normativa europea.
“C’è un urgente bisogno di affrontare i problemi ambientali causati dai nostri sistemi di trasporto, inclusa la riduzione delle emissioni di CO2 a essi associate”, spiegano gli scienziati nell’articolo pubblicato su Nature. “Nel breve termine, risultano ideali gli idrocarburi “rinnovabili” (chiamati in gergo drop-in biofuels), in quanto consentono un’integrazione diretta nell’infrastruttura esistente. Si comporterebbero meglio delle alternative attuali in fatto di biocombustibili (ad esempio il bioetanolo) e sarebbero sintetizzati in un modo più efficiente”. Per riciclare i rifiuti vegetali in carburante, la squadra ha iniziato realizzando il nuovo sistema di bioraffinazione (Leggi anche E se la benzina si producesse dalla segatura?). Quindi ha valutato in quale fase del tradizionale processo di raffinazione del petrolio possa essere aggiunta la cellulosa per ottenere un prodotto finale fortemente “bio-sourced”, senza perdita di qualità per il combustibile e sfruttando al massimo le installazioni esistenti.
“Iniziamo con i rifiuti vegetali e usiamo un processo chimico per creare un prodotto che sia una perfetta replica della sua controparte petrolchimica: nel prodotto finale, si può distinguere la benzina fossile usando la datazione al carbonio”. Il sistema deve essere visto come una sorte di fase di transizione, sottolinea il professor Sels. “La cellulosa è ancora mescolata al petrolio: questa benzina non sarà mai prodotta al 100% da materie prime rinnovabili, il consumo attuale è troppo alto per produrre tutta la benzina dai rifiuti vegetali. Tuttavia, il nostro prodotto offre già la possibilità di utilizzare benzina più ecologica”.