Il nuovo bio-GNL, prodotto da effluenti zootecnici e scarti agricoli, alimenterà da oggi 50 mezzi pesanti del gruppo Maganetti
(Rinnovabili.it) – “La produzione di bio-GNL rappresenta un ulteriore tassello verso una reale economia circolare”. Con queste parole Matteo Lorenzo De Campo, a.d. della Maganetti Spedizioni SpA (azienda socia CIB) ha dato il benvenuto alla prima fornitura di biometano liquefatto per la sua flotta. A produrre lo speciale carburante è un’azienda agricola italiana, ben nota nel mondo dell’economica circolare. Parliamo della Cooperativa Agricola Speranza, realtà piemontese, già produttrice di biogas a partire da effluenti zootecnici e scarti del campo.
Oggi la Cooperativa compie un passo in più, per dare a quegli stessi rifiuti un valore aggiunto. Come? Purificando il biogas per ottenere biometano di alta qualità e catturando la CO2 rilasciata nel processo di upgrading. In questo modo l’azienda ottiene due prodotti. Da un lato carburante gassoso che tramite liquefazione può essere utilizzato come combustibile nel settore del trasporto a lungo raggio; dall’altro, la CO2 biogenica (o neutra) che può essere a sua volta destinata al mercato.
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Come spiega Carlo Vanzetti, di Cooperativa Speranza, oggi la struttura produce 2.000 tonnellate l’anno di biometano, recuperando nel contempo 4.000 tonnellate di biossido di carbonio. E per la seconda vita di quest’ultimo, ha già due opzioni: rivederla a una azienda del territorio che si occupa di gas tecnici e a una ditta locale che imbottiglia acque minerali. Il biometano liquefatto (bio-GNL) invece alimenterà 50 mezzi pesanti del gruppo Maganetti, aiutando la società a ridurre drasticamente gli inquinanti locali della sua flotta. Si stima che l’operazione comporterà un meno 70% nelle emissioni di NOx e un meno 99% di polveri sottili rispetto ai mezzi diesel.
E i benefici non sono solo ambientali. Come sottolinea De Campo, che è anche Presidente FAI Conftrasporto Sondrio e Vicepresidente Confcommercio Sondrio la produzione di bio-GNL permette “una riduzione della distanza percorsa dal carburante, (oggi importato dai terminal di Barcellona o Marsiglia)” e “una maggiore indipendenza dalle fonti di gas esterne al Paese“.
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Anche per questo motivo, l’operazione intrapresa dalla cooperativa non sarà la sola. Il CIB – Consorzio Italiano Biogas – aveva già annunciato all’inizio la pianificazione di 20 impianti di liquefazione del biometano da parte delle aziende agricole associate. Alcuni già autorizzati e altri in via di autorizzazione. Questi impianti – compreso quello piemontese – produrranno “gas rinnovabile liquido usando esclusivamente sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici, colture di secondo raccolto. “L’Italia, quindi, potrà offrire ai 2.500 mezzi ad oggi presenti nelle flotte aziendali un’alternativa all’importazione e per di più green e sostenibile”. Con una capacità produttiva da 3 a 20 tonn/giorno per singola unità, queste imprese agricole potrebbero l’Italia il primo Paese al mondo in questo settore.