Gli e-fuel sono l’unica opzione davvero sostenibile per decarbonizzare trasporto navale e aereo. E l’UE deve stralciare biofuel e gas naturale dall’iniziativa FuelEU Maritime e dal ReFuelEU Aviation che saranno presentate a giugno
T&E e altre 16 ong chiedono alla Commissione di puntare tutto sui carburanti sintetici
(Rinnovabili.it) – La rivoluzione europea dei trasporti deve passare dai carburanti sintetici. Per i settori più difficili da decarbonizzare, come navi e aerei, la soluzione non sono i biofuel o il gas bensì gli e-fuel. Questi combustibili alternativi sono l’unica opzione davvero sostenibile, sostengono 17 ong europee in una lettera alla Commissione.
La transizione energetica non arriverà dall’uso più massiccio del gas o dai combustibili prodotti a partire dalle biomasse. Il primo è visto come un palliativo dai firmatari della lettera, tra cui l’ong Transport & Environment. E i biofuel producono anche più emissioni delle fossili che dovrebbero rimpiazzare. Tutto questo mentre la disponibilità di biocarburanti avanzati di seconda (biomassa non alimentare e scarti) e terza generazione (alghe) resterà troppo bassa per soddisfare la domanda e accompagnare la transizione senza scossoni.
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“I carburanti elettrici offrono un futuro pulito per i settori marittimo e aereo, ma anche per l’industria dei combustibili. L’UE deve dare loro la certezza degli investimenti di cui hanno bisogno per prosperare richiedendo a tutte le navi commerciali dell’UE e il rifornimento di aerei in Europa di effettuare progressivamente il passaggio”, rimarca Delphine Gozillon, responsabile della politica marittima per T&E.
Gli autori della lettera chiedono alla Commissione di puntare tutto sugli e-fuel già nel pacchetto di misure che saranno presentate il 14 luglio. In dettaglio, l’UE dovrebbe escludere esplicitamente i biocarburanti e il gas naturale di origine fossile dalla iniziativa europea FuelEU Maritime, e dovrebbe stralciare anche i biocarburanti di prima generazione dal ReFuelEU Aviation.
I carburanti sintetici, argomentano, avrebbero ricadute positive anche sull’occupazione. “La produzione di combustibili elettrici rinnovabili sostenibili presenta enormi opportunità economiche e occupazionali. In particolare, possono guidare gli investimenti e creare occupazione in settori quali la produzione di idrogeno, la costruzione navale europea e la produzione tecnologica, nonché le infrastrutture per il trasporto dell’energia e la ricerca e sviluppo”, si legge ancora nella lettera.
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