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Investire in biometano agricolo per produrre energia verde

Il fallimento della transizione energetica avrebbe costi altissimi. Coldiretti propone di investire in produzioni alternative di energia come il biometano agricolo per ottenere gas verde

biometano agricolo
Via depositphotos.com

Biometano agricolo “dalla stalla alla strada”

(Rinnovabili.it) – Il servizio studi del Parlamento Europeo ha lanciato l’allarme. Se in Europa fallisse la transizione energetica il costo sarebbe altissimo, secondo i calcoli stimati si parla di più di mille miliardi l’anno. Per contrastare il cambiamento climatico si rende quindi necessario investire in produzioni alternative di energia. Coldiretti ha fatto una proposta concreta: investire per produrre biometano agricolo “dalla stalla alla strada” consentirebbe di immettere nella rete 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui fino al 2030.

Il ruolo strategico dell’agricoltura

Ancora una volta l’agricoltura si conferma un settore strategico per l’equilibrio ambientale e su questa si deve puntare per produrre energia verde. Come spiega Coldiretti, utilizzando gli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile realizzare impianti per la distribuzione di biometano a livello nazionale per alimentare sia i mezzi adibiti al trasporto pubblico come autobus, camion e navi che le auto dei cittadini.

Sarebbe così possibile gestire le risorse in modo virtuoso, tagliare gli sprechi, ridurre le emissioni inquinanti, creare nuovi posti di lavoro e sviluppare la ricerca scientifica sui carburanti green. Gli impianti di biogas in Italia oggi producono 1,7 miliardi di metri cubi di biometano ma è possibile arrivare entro il 2030 a 6,5 miliardi con la trasformazione del 65% dei reflui degli allevamenti.

Aumentando il biometano agricolo si potrebbe contribuire alla transizione energetica e alla decarbonizzazione arrivando a produrre il 10% di gas rinnovabili nella rete del gas nazionale. Nello stesso tempo diminuirebbero le importazioni di metano per le aziende agricole.

Crescono i prezzi delle materie prime

Anche Confagricoltura esprime grande preoccupazione per il deficit energetico dell’Italia, ben lontana dall’autosufficienza: importiamo il 73,4% dell’energia, con valori del 93% per il solo gas. Le rinnovabili coprono appena il 20% del fabbisogno. «L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy».

Il costo delle materie prime è aumentato dal 20 al 60%. Negli ultimi due mesi, sottolinea Confagricoltura, per trasportare i prodotti ortofrutticoli di I, IV e V gamma dalla Piana del Sele ai mercati del Nord Italia e in Germania i costi di trasporto sono cresciuti del 20%, del 30% per gli imballaggi in cartone e del 40% per le buste d’insalata.

Una simile impennata dei prezzi alla fonte e al consumo richiede l’adozione di politiche adeguate per salvaguardare la competitività delle aziende agricole italiane.

Aumenta anche il costo del packaging

In Italia l’85% delle merci viaggia su gomma; secondo i dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) riportati da Coldiretti i costi della logistica incidono per circa il 30-35% sui prodotti freschi come frutta e verdura.

Un altro settore fortemente penalizzato dall’aumento dei rincari energetici è quello che riguarda il packaging, che va a incidere su settori diversi, oltre che sul cibo: plastica per imballaggi e contenitori, acciaio per i barattoli, vetro per i vasetti, carta per le etichette.

È evidente quanto siano necessari interventi strutturali per poter disporre di una riserva energetica sostenibile. L’agricoltura italiana è all’avanguardia sulla filiera del biometano: su questo dovremmo puntare per riuscire a contenere le emissioni di gas a effetto serra e contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una grande opportunità per sviluppare il potenziale offerto dal biometano agricolo.