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Il primo distributore di biometano agricolo per auto in Emilia Romagna

Dal biogas prodotto negli allevamenti al biometano. È nato in provincia di Piacenza il primo distributore di biometano per auto in diretta dalle stalle. Un esempio virtuoso di economia circolare che dimostra il ruolo strategico dell’agricoltura nella transizione energetica

Foto di Ryan McGuire da Pixabay

Il ruolo strategico dell’agricoltura

(Rinnovabili.it) – Nasce il primo distributore di biometano agricolo in diretta dalle stalle. Ne ha dato notizia Coldiretti durante il XX Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. Un esempio sul campo (è proprio il caso di dirlo!) di come l’agricoltura possa giocare un ruolo strategico nella transizione energetica dell’Italia. Ovvero come ridurre il caro bollette, la dipendenza energetica dall’estero e realizzare energia circolare a chilometro zero in un colpo solo.

Nell’azienda agricola Bosco Gerolo di Rivergaro, in provincia di Piacenza, dall’allevamento delle mucche si ricavano latte e formaggi da vendere direttamente ai consumatori, e fin qui niente di nuovo. La vera novità è che si ricava un biogas di prima qualità che, opportunamente trasformato, è adatto per alimentare le auto a metano.

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Dal biogas al biometano

Il biogas è il gas prodotto dalla fermentazione che esce dal digestore, il biometano è un derivato del biogas che viene sottoposto a un processo di raffinazione.

Questo processo, definito upgrading, permette di produrre metano – utilizzabile al posto di quello fossile – partendo dal biogas (che è una risorsa energetica rinnovabile) generato dagli impianti di depurazione delle acque, dalla frazione umida dei rifiuti e da scarti di origine industriale, agricola e zootecnica.

Come avviene il processo che porta al carburante per auto? Come spiega Coldiretti, «i liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche vengono mescolati ai residui della lavorazione dei cereali per l’alimentazione degli animali, dalla paglia agli stocchi di mais, e messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione.

Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene completamente purificato e stoccato in grandi bombole che alimentano il distributore, capace di fare il pieno a 100 macchine al giorno a un prezzo decisamente conveniente. Gli scarti vengono usati per concimare i terreni».

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Stanziati i fondi, mancano i decreti attuativi

Dai fondi del PNRR sono stati stanziati 1,9 miliardi di euro per gli impianti di biogas e biometano, ora bisogna attivare i decreti attuativi. Attualmente in Italia esistono oltre 2mila impianti a biogas di cui l’80% in ambito agricolo. Il loro incremento avrebbe anche un valore occupazionale: in questi impianti finora sono stati creati 12mila posti di lavoro e investimenti pari a 4,5 miliardi di euro. Inoltre, lo sviluppo del biometano agricolo permetterebbe di produrre il 6% del fabbisogno di gas nazionale rispetto all’attuale 3%: un passo avanti di piccole dimensioni in assoluto, ma di grande importanza in questa fase così critica per l’approvvigionamento energetico.