Rinnovabili • biofuel Rinnovabili • biofuel

Biofuel e olio di soia, Bruxelles fa il pieno di deforestazione

Il consumo di suolo sarebbe pari a 4,2 mln di ettari, cioè una superficie estesa come l’Olanda. La deforestazione si abbatterebbe su un’area grande come Londra

biofuel
Via depositphotos.com

La domanda UE di soia per biofuel crescerà di 4 volte entro il 2030

(Rinnovabili.it) – La domanda europea di soia per produrre biofuel può crescere di 4 volte nel prossimo decennio. Ma non chiamatela mobilità sostenibile, avverte un rapporto di Transport & Environment. Perché il prezzo nascosto di questo balzo in avanti è la deforestazione selvaggia. Per fare spazio al nuovo fabbisogno di soia del vecchio continente sparirà un’area grande come Londra di foreste tropicali e aree umide.

Tutto dipende dalla politica UE sui biocarburanti. Che spingerà in alto il consumo di soia, destinata a rimpiazzare il biodiesel miscelato con olio di palma. A meno che Bruxelles non decida di etichettare anche la soia come insostenibile, esattamente come ha fatto per l’olio di palma.

Leggi anche Decarbonizzazione dei trasporti: l’UE pronta ad accelerare su biofuel e combustibili sintetici

Secondo le stime dello studio di T&E, più di 1/10 della recente espansione della soia potrebbe aver portato alla distruzione di foreste e altri ecosistemi che assorbono carbonio. Un valore più alto di quanto si pensasse. E un dato che supera la soglia oltre la quale la Commissione considera insostenibile una coltura di biocarburanti.

T&E fa i conti sull’impatto reale di un boom della soia per biofuel. La coltivazione richiederebbe più di 7 milioni di tonnellate di petrolio per essere incamminata e gestita, con un aumento di emissioni di 38 mln di t di CO2e. Il consumo di suolo sarebbe pari a 4,2 mln di ettari, cioè una superficie estesa come l’Olanda. Di questa, 230mila ettari sarebbero ricavati tramite deforestazione.

Leggi anche Biocarburanti avanzati: cosa li sta frenando?

“La politica europea sui biocarburanti è un completo disastro e ha un disperato bisogno di un ripristino – commenta Cristina Mestre, responsabile dei biocarburanti presso T&E – Bruciare colture alimentari per alimentare i nostri veicoli è in realtà peggio che bruciare diesel. Auto e camion possono già funzionare con elettricità pulita, e anche aerei e navi lo faranno grazie all’idrogeno verde e ai combustibili”.

Tanto più che secondo uno studio della stessa Commissione europea, il biodiesel dall’olio di soia è due volte peggiore per il clima rispetto al normale diesel quando si tiene conto anche delle emissioni indirette.