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Bioetanolo di seconda generazione per le Ferrari della Formula 1

Bioetanolo di seconda generazione

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – Il bioetanolo di seconda generazione scende sulle piste della Formula 1. Ne dà notizia la Reuters riportando l’accordo firmato dall’azienda energetica brasiliana Raizen e la sua azionista Royal Dutch Shell con la Ferrari. Accordo di cui non sono stati resi noti i dettagli finanziari.

Questa intesa anticipa di 4 anni quello che sarà la Formula 1 del domani: la Federazione Internazionale dell’automobile (o FIA) vuole infatti che entro il 2025 le monoposto utilizzino carburanti sostenibili o sintetici. 

L’obiettivo di avere le monoposto con serbatoi pieni di carburanti interamente sintetici sarà raggiunto gradualmente. Mentre già oggi il 5,75% è composto da componenti biologici, nel 2022 il 10% sarà composto da bioetanolo. 

La Shell, che da 70 anni ha una partnership con Ferrari, ritiene che l’impiego di etanolo nelle auto da corsa spinga molti consumatori a utilizzarlo per le proprie vetture. Intanto l’India si sta muovendo in questa direzione, aumentando la percentuale di etanolo mista a benzina nei distributori del paese.

Raizen, che è una joint venture di Shell con la brasiliana Cosan SA (che produce anche etanolo), è una delle poche aziende energetiche che commercializzano bioetanolo di seconda generazione. Ossia un prodotto ottenuto da biomasse non alimentari, che genera l’86% in meno di emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili.

In particolare, quello che entrerà nei serbatoi delle “rosse” di Formula 1 è fatto da bagasse di canna da zucchero. il residuo dell’estrazione proveniente dalla lavorazione per la frantumazione e la spremitura.

Un prodotto di scarto, quindi, che attualmente è invece utilizzato in uno stabilimento nella zona di San Paolo del Brasile dove si produce etanolo con una produttività superiore al 50% rispetto al passato. Il tutto senza aumentare le coltivazioni di canna da zucchero.

Formula 1 sostenibile, per Ferrari è un vantaggio

Intanto, la Raizen sta costruendo un secondo impianto per sintetizzare etanolo cellulosico (utilizzando le fibre delle piante), che in meno di 2 anni aumenterà la produzione di questo tipo di etanolo da 40 a 120 milioni di litri ogni anno.

“Attualmente produciamo 4 miliardi di litri di etanolo di prima generazione” spiega il Ceo di Raizen, Ricardo Mussa. “Così facendo avremo ulteriori 2 miliardi di litri, ma di seconda generazione. Tutto ciò senza aumentare l’area coltivata”.

Tutto naturalmente ha un prezzo: ogni impianto per sintetizzare etanolo di seconda generazione costa tra i 130 e i 160 milioni di euro. La Raizen punta ad avere 35 stabilimenti di produzione di questo etanolo.

L’accordo con Raizan può dare a Ferrari un vantaggio nella Formula 1 sostenibile. Già, perché gli altri costruttori utilizzeranno probabilmente etanolo di prima generazione, col 10% di carburante rinnovabile.

Dato che questo accordo tra Shell Mobility e Ferrari è in esclusiva, la casa di Maranello avrà un vantaggio competitivo sugli avversari.

Una volta che il bioetanolo di seconda generazione sarà impiegato in Formula 1, sarà lanciato sul mercato generale. Ossia secondo un percorso già sperimentato in passato per altri carburanti che prima di entrare nei serbatoi delle vetture private passavano da quelli delle monoposto da corsa.

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